La zona dove sorge la città di Pisa un tempo era occupata da un golfo, una grande laguna salmastra che arrivava fino a nord di Livorno: il Sinus Pisanus. Con l’accumularsi dei sedimenti trasportati dall’Arno e dopo le bonifiche volute dai Medici di Firenze, la città venne a trovarsi a circa 12 chilometri dalla costa. Il passato di potente Repubblica Marinara di Pisa si intuisce dalla superba Piazza del Duomo, con i celebri monumenti che dettero inizio allo stile chiamato romanico-pisano.

Per la sua bellezza la Piazza del Duomo di Pisa fu detta da Gabriele D’Annunzio, Piazza dei Miracoli. I candidi marmi uniformano il suggestivo complesso religioso facendolo assomigliare a un trionfo di torte nuziali e zucchero. Si tratta di una fusione di stili e decorazioni di ispirazione classica ed orientale. E’ straordinario pensare che tutto ciò sia stato realizzato nel Medioevo.
I monumenti sono tutelati dall’OPA, un ente no-profit che a partire dal Medioevo si è occupato di conservare e valorizzare questo importante patrimonio storico. Dal 1987 la piazza è iscritta nella lista dei luoghi protetti dall’Unesco.

Il Duomo è uno dei massimi monumenti religiosi d’Italia. Fu iniziato nel 1064 dall’architetto Buscheto e venne portato a termine dopo più di un secolo dall’architetto Rainaldo. All’interno si trovano molte opere d’arte fra le quali il Pérgamo di Giovanni Pisano. Altro importante pulpito eseguito da Nicola Pisano si trova nello splendido Battistero, iniziato nel 1152 su progetto del Diotisalvi.
Anche il Camposanto è ricchissimo di opere d’arte: sculture, antichi sarcofagi romani e grandi cicli di affreschi decorano le pareti delle quattro gallerie che lo circondano. Il Camposanto fu costruito sulla terra presa dal Golgota durante le crociate.
La flotta tornava dal levante, ma dalla stiva delle galere non uscivano nè balle di tappeti nè casse di spezie. Sembrava che le navi fossero zavorrate fino alle botole, perchè i marinai non rovesciavano sul molo che mucchi di terriccio. Da prima i Pisani se ne stupirono, poi ne furono ammirati. Era accaduto, che mentre i crociati cingevano d’assedio Tolemaide, l’arcivescovo Ubaldo, recatosi sul Calvario, aveva imbarcata terra santa, quella terra che ora veniva scaricata con devozione sulle sponde pisane. Nel 1203 l’Arcivescovo comprò una lunga striscia di terreno a fianco del Duomo e vi fece distendere la terra portata dal Calvario.
da La fiaba pittorica di Benozzo Gozzoli di Piero Bargellini, 1946

Gli affreschi del Camposanto, danneggiati pesantemente dai bombardamenti del 1944, furono iniziati nel XIV secolo da vari artisti come Francesco Traini, Buffalmacco Buonamico, Taddeo Gaddo. Rappresentavano il Giudizio Universale e storie delle Sacre Scritture. Alla fine del XV secolo fu deciso di terminare il ciclo pittorico su tutte le pareti del Camposanto monumentale e furono chiamati molti artisti in modo che si esprimessero in saggi. Fra questi ci fu Benozzo Gozzoli, il quale aveva già affrescato con successo per Cosimo e Piero dei Medici la cappella privata del loro palazzo di famiglia in San Lorenzo. Fedele alla sua tradizione di pittura lieta e quasi fiabesca Benozzo Gozzoli dipinse per prova la Vendemmia ed Ebbrezza di Noè destando così tanta ammirazione da aggiudicarsi il lavoro senza indugi.
Il pittore commise una incredibile distrazione. Si dimenticò di essere in un cimitero, preso anche lui come Noè, da una leggera ebbrezza che lo portò a vivere in un luogo non di raccoglimento ma di allegria.
da La fiaba pittorica di Benozzo Gozzoli di Piero Bargellini, 1946

Entusiasta del lavoro presentato, l’Opera del Duomo si affrettò a fargli firmare un contratto e a trovargli una casa in Via Santa Maria, dove il pittore, ormai già cinquantenne, si trasferì insieme a tutta la sua brigata: il padre Lese, la moglie Lena, i figlioletti Giovan Battista, Bartolomea, e Girolamo. A Pisa nasceranno poi gli altri quattro figli: Francesco, Alessio, Barnaba e Maria.
Con gli affreschi del Gozzoli, il triste luogo del cimitero si riempì di gente, di madri con i bambini, ragazzi intenti a giocare a palla. Vi erano raffigurate le storie sacre in un modo leggero e armonioso ed era pieno di quei mille dettagli con cui Benozzo era solito caratterizzare le sue pitture. Si trattava del mondo rinnovato dopo il diluvio, con paesaggi piacevoli, gente che sembrava danzare, in un clima agreste e quasi festoso.
Da quando vi era entrato Benozzo, il luogo della morte si mutava ogni giorno di più in luogo della vita. Pare infatti che la gente ormai avesse preso il Camposanto come la località dello spasso. Specie i giovani sceglievano quel rettangolo per i loro giochi
La faccenda si complicò così tanto che nel 1478 il Capitano della Guardia dovette fare un bando per limitare questa situazione
Conoscendosi il Campo santo della città di Pisa essere fama et luogo di devozione et ordinato… come è tutto il giorno consuetudine fare a tutti gli abitanti della città di Pisa, sono sturbati et noiati da vari e diversi giochi, che è cosa di cattivo exemplo et perchè si usa fare alla palla… si ordina e si provvede…
da La fiaba pittorica di Benozzo Gozzoli di Piero Bargellini, 1946


Il famoso campanile del Duomo di Pisa, la Torre Pendente, fu iniziata nel 1173. Venne completata quasi due secoli dopo a causa dei problemi di tenuta del terreno, che fin da subito manifestò segni di cedimento. La pendenza è considerevole: sono quasi 2 metri di dislivello, messi in sicurezza da importanti e monitorati interventi strutturali. Questo bellissimo campanile sembra sbucare dal dietro del duomo, come se fosse isolato rispetto alla scena descritta dagli altri tre monumenti:
… come se i suoi tre compagni, la Cattedrale, il Battistero, il Campo Santo, fossero capaci di una tranquilla intesa comune… alla quale il loro bizzarro compare, senza che fosse interpellato direttamente, era lasciato libero di partecipare come voleva
da Italian Hours di Henry James, 1909
Sulla cima della Torre Pendente c’è la cella campanaria dalla cui terrazza Galileo Galilei si dice abbia fatto alcuni dei suoi esperimenti.
Galilei nacque a Pisa nel 1564. Il geniale scienziato viene universalmente riconosciuto come il padre della moderna scienza sperimentale. Le sue intuizioni portarono alla scoperta di strumenti innovativi come il canocchiale, il microscopio e l’orologio. Appena venticinquenne, ottenne dall’Università di Pisa la cattedra di matematica. Oggi in via Santa Maria si trova un museo a lui dedicato.

Per un nostro itinerario nel centro della città, da Piazza del Duomo possiamo percorrere Via Maffi, sul retro della Torre Pendente. Arriveremo così allo slargo delle terme romane, da dove possiamo proseguire prendendo la strada sulla destra che ci porterà in Borgo stretto, una zona molto caratteristica della città. Vicoli, loggiati e piazzette nascoste ci regaleranno scorci di medioevo ancora vitali e perfettamente utilizzati. E’ utile girare in qua e là per scoprire angoli pittoreschi ideali per fare fotografie.



In Piazza dei Cavalieri, raggiungibile da una traversa di Borgo stretto, possiamo ammirare il Palazzo della Carovana, un tempo sede dell’Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano. La facciata fu decorata da Giorgio Vasari, sul davanti c’è la statua di Cosimo I dei Medici che fondò l’Ordine nel 1561. Nel 1562 l’associazione nobiliare cavalleresca ottenne l’approvazione dal papa Pio IV. Oggi il Palazzo è sede della Scuola Normale Superiore. La chiesa di Santo Stefano a fianco, fu progettata sempre dal Vasari per contenere i cimeli dell’Ordine.
Procedendo lungo i portici di Borgo stretto, possiamo raggiungere la caratteristica Piazzetta delle Vettovaglie, dove si teneva il mercato delle carni e ancora oggi c’è un piccolo mercato.


Poco più avanti troviamo la chiesa di San Michele in Borgo, una costruzione in stile Romanico Pisano dalle prime influenze gotiche. Sulla deliziosa facciata, autentica del 1300, c’è un’edicola con la Madonna col Bambino di Lupo di Francesco, il cui originale si trova nel museo di San Matteo. Le scritte rosse sulle pareti esterne della chiesa risalgono al 1600; volevano propagandare l’elezione di candidati per la nomina di Rettore dell’Università.
Ed eccoci arrivati al fiume Arno, nella Piazza Garibaldi, che ha al centro il monumento dedicato all’Eroe dei due Mondi.


La gloriosa storia di Pisa appare sulle facciate dei palazzi, con archi, loggette, colonnine, ora chiuse ora rimaneggiate nel corso dei secoli. L’aspetto a volte un po’ imperfetto e decadente, le conferisce il fascino tipico delle città storiche portuali. Un tempo l’Arno sfociava in mare formando ampie lagune; una grande ansa è rimasta proprio nel centro della città.
Il Lungarno pisano è più breve, meno caratteristico e armonioso di quello fiorentino, ma possiede un tono raffinato che nasce dalla sua grande ansa, ed è in tutto e per tutto mirabilmente toscano…
Italian Hours, Henry James, 1909

Il Portus pisanus fu una base navale di grande importanza per le imprese dei Romani nel Mediterraneo e continuò a svolgere il suo ruolo fino al Medioevo, periodo in cui Pisa eresse il grandioso complesso dei monumenti di Piazza dei Miracoli.
Precedente alla costruzione della Cattedrale, a San Piero a Grado, dove si trovava il più importante degli scali sul mare, è consigliabile visitare l’antichissima Basilica di San Pietro apostolo, una costruzione risalente al 900 d.C. che venne eretta nel luogo dove approdò San Pietro giungendo dalla Palestina nel 44 d.C. Qui l’apostolo di Gesù, fece scalo e sostò, impartendo probabilmente la prima benedizione. A ricordare l’evento, da tempi immemori, venne posizionata una colonna che è ancora oggi ammirabile all’interno dei ruderi delle antiche costruzioni del porto. La colonna appare anche negli affreschi trecenteschi delle pareti, che raffigurano scene della vita di San Pietro, di Costantino e San Silvestro.
La Basilica di San Pietro apostolo è stata un luogo di pellegrinaggio fino dalle epoche alto medievali.




I Palazzi medievali di Pisa, con i sottostanti antichi locali, testimoniano la storia ricca e fiorente della città.
Il Caffè dell’Ussero, istituito nel 1775 nel Palazzo Agostini Venerosi della Seta, sul lungarno Pacinotti, era frequentato da Alfieri, Carducci, Shelley, Mazzini e Leopardi. Nel 1839 il locale fu la sede del I° Congresso Italiano degli Scienziati. A fianco del caffè, all’interno del vicolo Tidi, c’è il più antico cinema italiano ancora funzionante, il Cinema Lumiere.
Il caffè Lo Sfizio è un celebre ritrovo di intellettuali al piano terra del Palazzo Poschi in Borgo Stretto.

Palazzo Agostini fu iniziato sulla fine del 1300 dalla famiglia Astai che unificò tre edifici rivestendoli con un’unica facciata in cotto. E’ conosciuto come Palazzo dell’Ussero e rappresenta uno dei primi esempi di palazzo gotico importante ad uso privato. Gli Astai, mercanti di mattoni, vollero forse con questa facciata pubblicizzare le loro imprese che producevano laterizi e ceramiche.
Il Ponte di Mezzo, davanti a Piazza Garibaldi, unisce i 4 Lungarni principali del centro storico di Pisa: Mediceo e Pacinotti sulla riva destra, Galilei e Gambacorti sulla sinistra. Attraversandolo giungeremo in Corso Italia, la via centrale piena di negozi, che porta fino alla stazione ferroviaria.



Procedendo dal Ponte di Mezzo verso destra lungo il lungarno Gambacorti, raggiungeremo la Chiesetta di Santa Maria della Spina, un pregevole esempio di gotico pisano.
Fu edificata per contenere una spina della corona di Gesù, ora conservata nella chiesa di Santa Chiara in via Roma. Al suo interno si trovava la Madonna del Latte, capolavoro di Nino Pisano che è possibile ammirare nel Museo nazionale di San Matteo. La scultura della Madonna della Rosa, sempre del Pisano, si trova ancora nella chiesetta.


Poco avanti troviamo l’altra antica Cattedrale di Pisa, la chiesa di San Paolo a Ripa d’Arno, con una bellissima facciata a logge e colonnine.
A questo punto possiamo tornare indietro attraversando il Ponte Solferino, da dove la visuale sul lungarno e Santa Maria della Spina è davvero meravigliosa.
“Una cappella minuscola, delicata, dalle fattezze gotiche, collocata dove gli argini del fiume cadono a perpendicolo…”
Italian Hours, Henry James, 1909


Imboccando la lunga Via Santa Maria giungeremo nuovamente in Piazza dei Miracoli. A metà strada, nascosta un po’ all’interno, troviamo Piazza Dante, punto di ritrovo studentesco delle Facoltà universitarie fra le quali c’è la famosa Sapienza.
Nei pressi di Via Santa Maria c’è anche il più antico Orto Botanico Universitario del mondo. Fu fondato nel 1543 dal medico e naturalista Luca Ghini. Inizialmente si trovava lungo il corso dell’Arno, venne poi spostato in questa sede nel 1591.

Ed eccoci giunti alla parte finale di Via Santa Maria, proprio a fianco della Piazza del Duomo. Qui troveremo numerosi ristoranti, che all’ombra di ombrelloni rossi propongono l’ottima cucina regionale a menù economici e di qualità.
La vocazione universitaria della città di Pisa, risalente al Medioevo e risollevata dai Medici di Firenze, ne fa un luogo vivace, frequentato da giovani e studenti di varie nazionalità.
Pisa si associa nel ricordo alle cadenze lente degli esametri virgiliani, ai bei sonni della gioventù, al flusso non misurato delle memorie. Come favorì la poesia, favorisce gli studi
da Viaggio in Italia di Guido Piovene

Gli ampi spazi luminosi e il vicino mare costeggiato da pinete costituiscono ulteriori opportunità di svago e benessere nella città di Pisa. Assai in voga nel secolo XIX, la zona fu ispiratrice della poesia La pioggia nel Pineto di Gabriele d’Annunzio. Bellissima.
… Odo parole più nuove che parlano, gocciole e foglie lontane.
Ascolta. Piove dalle nuvole sparse
Piove sulle tamerici salmastre ed arse… Bellissima.
