Il Colosseo

Il Colosseo, monumento simbolo di Roma, venne chiamato così in epoca medievale a causa di un’enorme statua che si trovava al lato, il Colosso. Per costruire l’anfiteatro era stato prosciugato il lago del parco della Domus Aurea, la mastodontica villa di Nerone sul colle Oppio. 

Colosseo roma

LAnfiteatro Flavio, questo il vero nome, fu fatto costruire da Vespasiano nel 72 d.C. e occorsero cinque anni per il completamento dell’opera. Per compiacere il popolo, Vespasiano scelse di pagare le spese della costruzione con il ricavato delle conquiste e non con le tasse.

Colosseo, Roma
Colosseo, Roma

Nel grande anfiteatro si facevano i ludes circenses, che comprendevano lotte fra gladiatori (munera) e cacce con animali feroci (venationes). Inizialmente vi si svolgevano anche battaglie navali (naumachie). Tutto il popolo romano aveva accesso gratuitamente agli spettacoli, compresi gli schiavi. I posti erano numerati, ad eccezione dei palchi d’onore alle estremità delle assi centrali. Qui sedevano l’imperatore, i consoli, i magistrati e le vestali. Il palco imperiale si trovava all’estremità meridionale dell’asse minore.

Come in tutte le costruzioni del genere, siano teatri o anfiteatri, gli spettatori si disponevano sulle gradinate in base alla classe sociale di appartenenza: nelle prime file i nobili, poi i plebei, gli schiavi e in alto le donne, secondo una consuetudine da anni consolidata.

Ruderi del Largo Argentina, Roma
Ruderi del Largo Argentina, Roma

Sesto Properzio, uno dei primi poeti romani a scrivere Elegie, cioè componimenti di contenuto sentimentale in contrapposizione a quello epico, si esprime così nel 28 a.C.:

Tu non passeggerai agghindato all’ombra del portico di Pompeo, e non ti volgerai verso le file più alte del teatro…”

così gli si rivolgeva la gelosa Cinzia, intimandogli di non recarsi al passeggio sotto i portici e di non volgere la testa verso le file dove sedevano le donne al teatro di Pompeo, prima costruzione in muratura della Roma repubblicana. I grandi giardini con porticati erano uno dei maggiori luoghi d’incontro della città. Si trovavano all’incirca nell’area che va da Campo di Fiori a Largo Argentina; ancora oggi nelle fondamenta dei palazzi se ne possono osservare i resti.

Colosseo, Roma

Alla sommità del Colosseo stanziavano poi i marinai della flotta imperiale, che avevano il compito di azionare i grandi velari che proteggevano dal sole durante gli spettacoli. La costruzione aveva numerose vie di fuga e fontane per dissetarsi, un vero capolavoro di architettura.

L’arena era coperta da tavole di legno, che si potevano togliere quando gli spettacoli lo richiedevano. Durante le cacce con gli animali feroci, la cavea, parte riservata agli spettatori, era protetta da una rete. Nei locali sotterranei, aggiunti da Domiziano e attualmente scoperti, c’erano le gabbie degli animali e le stanze dei gladiatori, che erano adorati come veri e propri campioni di oggi.

Colosseo interno cavea
Colosseo, interno

I gladiatori erano spesso prigionieri di guerra o schiavi che venivano addestrati al combattimento in apposite scuole.  Se erano particolarmente bravi venivano ricompensati con la libertà.

panorama dal vittoriano roma
Panorama dal Vittoriano

Il Colosseo continuò a svolgere la propria funzione fino all’alto medioevo, periodo in cui vi venivano rappresentate quasi esclusivamente le venationes, le tradizionali cacce alle belve feroci e scontri fra animali.

La costruzione, di forma ellittica e alta quasi 50 metri, era composta da tre ordini di arcate e ogni arcata ospitava una statua. La facciata era rivestita in travertino e dopo la caduta dell’Impero fu utilizzata per centinaia di anni come cava di materiali da costruzione. Con il travertino del Colosseo sono stati creati molti monumenti della città di Roma.

Colosseo interno

Contrariamente a quanto si pensa, e sperando che effettivamente sia andata così perchè il sacrificio della vita non era quello a cui Gesù teneva, non si hanno in realtà notizie di grandi massacri di martiri cristiani.

Si possono facilmente contare i Cristiani che morirono per la loro religione, perchè ne morirono pochi e solo di tanto in tanto

da Contro Celso, di Origene di Alessandria, teologo e filosofo greco antico

Voltaire nel suo Dizionario filosofico alla voce Cristianesimo, afferma essere stati pochi i verbali di proconsoli e pretori che condannarono a morte i Cristiani. Essi furono casomai esiliati.

Il Colosseo è comunque stato sede a volte di barbare uccisioni. Per questo, nel corso del 1700, il papa Benedetto XIV ne arrestò il decadimento consacrandolo alla preghiera della Via Crucis.

Un recente progetto prevede il riallestimento dell’arena del Colosseo tramite lamelle mobili di legno. Sarà così possibile usufruire del prestigioso spazio per eventi consoni alla tutela del monumento, che è protetto dall’Unesco dal 1980.

Nel 2007 il Colosseo è stato inserito fra le Nuove sette meraviglie del Mondo dal sondaggio lanciato sui social dalla società svizzera New Open World Corporation.

Arco di Costantino
Arco di Costantino, Roma

A pochi metri dal Colosseo si trova l’Arco di Costantino il più grande degli archi innalzati a Roma. Fu realizzato nel 315 d.C. utilizzando in gran parte materiali e sculture provenienti da altri monumenti e probabilmente anche dal Colosseo.

L’iscrizione ricorda la vittoria di Costantino su Massenzio e il trionfo del Cristianesimo con l’allusione alla grandezza dello spirito dell’Imperatore e ad un’astratta “divinità” al quale si era affidato al posto degli dei dell’Olimpo.

Colosseo, Roma

Da tre giorni godiamo delle più chiare e magnifiche notti… Il Colosseo soprattutto, offre uno stupendo colpo d’occhio; la notte rimane chiuso e vi dimora un eremita presso una piccola cappella, oltre i mendicanti che si annidano fra le rovine delle volte. Questi avevano acceso un fuoco e un vento leggero spingeva il fumo… ci fermammo davanti all’inferriata a contemplare, la luna era alta e luminosa…

da Viaggio in Italia di J.W.Goethe,  2 Febbraio 1787

Vista del Colosseo di notte di Franz Ludwig Catel, 1830
Vista del Colosseo di notte dipinto di Franz Ludwig Catel, 1830