Orvieto, in provincia di Terni, domina la valle del fiume Paglia dall’alto di una rupe di tufo. E’ una città antica, in un territorio abitato fin dall’Età del Ferro, 3000 anni fa.
Ad osservarla dall’autostrada del Sole, sembra un miraggio, una città-tempio in alto sull’acropoli. E il suo meraviglioso tempio Orvieto ce l’ha davvero: è lo splendido Duomo, capolavoro del gotico italiano.
Per le sue chiese e le sue vie, che conservano ancora l’impronta medievale, Orvieto rende felice il viaggiatore romantico… Dalla piazzetta accanto al Duomo si scorge, come da un balcone, la più romita delle valli umbre, un tessuto di verdi chiari e di verdi cupi, immobile, simile ad un arazzo: da questo arazzo, inaspettato, sorge il canto del gallo, il muggito del bue. L’aggettivo romantico, di poco fa, non è stato gettato a caso.
da Viaggio in Italia di Guido Piovene, 1957
Velzna, come veniva chiamata la città, faceva parte della Dodecapoli, la federazione delle più potenti città-stato etrusche, fra le quali c’erano Perugia, Volterra e Populonia, sul mare. Le numerose necropoli ai piedi della rupe ce ne lasciano immaginare la grandezza.
Nel 264 a.C., dopo la distruzione della città da parte dei Romani, venne edificata Volsinii nova, a Bolsena presso il lago, e Orvieto si spopolò, diventò la Volsinii Veters, l’Urbs Vetus, la città vecchia e abbandonata.
Durante il Medioevo tornò a fiorire: divenne sede di residenze pontificie, e grazie all’alleanza con Firenze, fu una potenza militare che assoggettò i territori circostanti. La maggior parte degli edifici di Orvieto sono di epoca medievale.
La facciata dello splendido Duomo è un capolavoro di intarsi, bassorilievi e mosaici dorati. Iniziata alla fine del 1200, fu completata solo nel XVI secolo da Ippolito Scalza. Il rosone è opera di Andrea Orcagna, mentre all’interno ci sono affreschi del Beato Angelico e di Luca Signorelli, nato a Cortona nel 1450 circa. Anche Bernardino di Betto Betti, conosciuto come Pinturicchio, di Perugia, lavorò al Duomo di Orvieto. Fu poi costretto ad abbandonare la commissione su richiesta del papa Borgia, Alessandro VI, che lo volle a Roma per affrescare i suoi appartamenti in Vaticano.
Il Duomo di Orvieto venne edificato a partire dal 1264 allo scopo di dare un’adeguata collocazione al Corporale che avvolgeva le ostie del miracolo di Bolsena, avvenuto nell’estate del 1263. Dopo questo avvenimento il papa Urbano IV estese la solennità del Corpus Domini a tutta la Chiesa.
“… nel ciel deserto il Duomo solitario
risplende come nel reliquiario“
da Le città del silenzio di Gabriele d’Annunzio
Gli edifici della piazza del Duomo ospitano vari musei, fra i quali il Museo Archeologico, il Museo Faina e il Museo dell’Opera del Duomo.
Il Palazzo dei Papi o Soliano, è l’edificio medievale a fianco del Duomo; fu costruito per volontà del papa Bonifacio VIII. Orvieto, come Perugia e Avignone in Francia, è stata residenza pontificia per numerosi papi, che si rifugiarono quassù per sfuggire all’instabilità politica nata a partire dal secolo XI a causa della lotta per le investiture.
Giunti dal basso alla Piazza Cahen, dove arriva la funicolare, possiamo visitare l’interno del Pozzo di San Patrizio, un’opera di straordinaria ingegneria costruita da Antonio da Sangallo il Giovane nella prima metà del 1500. Il pozzo fu commissionato dal papa Clemente VII, il quale per l’occasione ordinò a Benvenuto Cellini di coniare una moneta per celebrare l’evento su cui venne incisa la frase Ut bibat popolus, cioè Perchè il popolo beva. Il pozzo fu terminato dal successore papa Paolo III Farnese
Il Pozzo della Rocca, questo il nome originario, venne chiamato in seguito Pozzo di San Patrizio dal nome della leggendaria caverna irlandese. Rappresenta un capolavoro per la sua particolare struttura che è formata da due rampe di accesso indipendenti illuminate dalla luce di numerose aperture. In questo modo uomini e animali addetti al trasporto dell’acqua, potevano salire e scendere senza intralci percorrendo le due scale a chiocciola. Un’opera dell’ingegno rinascimentale.
Il panorama dalle mura di Orvieto è impressionante. Usciti dalla funicolare possiamo raggiungere il centro passeggiando lungo il Viale Carducci fino ad arrivare nei pressi della Piazza del Popolo.
Il Palazzo del Popolo, inizialmente residenza papale, divenne in seguito la dimora del Capitano del Popolo e dei Podestà.
Percorrendo Corso Cavour giungeremo in Piazza della Repubblica, probabilmente l’antico foro etrusco-romano.
Su un lato c’è il Palazzo Comunale, disegnato nel XVI secolo da Ippolito Scalza, e in angolo l’antichissima chiesa di Sant’Andrea, affiancata da una torre dodecagonale. Nei sotterranei della chiesa ci sono resti del periodo villanoviano e mosaici del VI secolo.
Procedendo verso nord potremo raggiungere altre caratteristiche vie medievali di Orvieto. In Via della Cava ci sono i resti di due fornaci e un altro pozzo, precedente a quello di San Patrizio, fatto realizzare sempre dal papa Clemente VII per l’approvvigionamento idrico alla città.
La tradizione artigiana a Orvieto ha radici antiche; molte delle bellissime decorazioni della facciata del duomo furono realizzate dagli artigiani del luogo. I vasi buccheri degli Etruschi e in seguito le maioliche medievali, hanno poi costituito la fama millenaria della ceramica orvietana.
Lungo le strade del centro storico sono esposte ceramiche, merletti e creazioni in legno che ancora oggi vengono realizzate a mano.
Gli ottimi prodotti di enogastronomia fanno della cittadina un’eccellenza nel panorama italiano: il vino di Orvieto è noto fin dal tempo degli Etruschi. Lo producevano attraverso un accurato sistema di vinificazione in cantine su tre livelli, lavorazione che è testimoniata dai numerosi reperti e dai cunicoli della Orvieto sotterranea.
Noto per essere considerato come il vino dei papi, il vino di Orvieto, e in particolar modo il bianco, era presente su molte delle tavole dei potenti del Rinascimento. Gli artisti che lavorarono all’Opera del Duomo, in alcuni casi, vollero essere pagati proprio tramite l’approvvigionamento annuale di questo prezioso vino. Fu il caso di Pinturicchio e Signorelli, i quali, come attestano i documenti storici, lo richiesero espressamente per contratto come forma di pagamento.
D’Annunzio, in una pagina un tempo famosa, sognò di venire ad Orvieto per cogliere le rose negli orti dei conventi, mangiare i dolci delle monache, bere l’est est est in una tazzetta etrusca…
da Viaggio in Italia di Guido Piovene, 1957