Lucca è una città speciale, intima, racchiusa dentro le sue mura come un tesoro in uno scrigno.
Decine di piccole chiese sbucano dal fondo delle vie, mimetizzandosi fra i palazzi o nascondendosi negli angoli delle piazze. Lo stile lucchese delle facciate è un misto fra l’influenza pisano romanica e quella longobarda, civiltà che dominò dopo la caduta dell’Impero.
E’ uno stile armonioso, pieno di luce, di dettagli da scoprire.
Nonostante l’aspetto da tranquillo borgo di campagna, Lucca è una città viva, operosa. Lo è fin dai tempi dei Romani, a causa della posizione al centro di vie importantissime: si trovavano infatti nel territorio, le vie Aurelia, Cassia, Clodia, Emilia e Francigena, strade che fecero della città un luogo strategico per i commerci.
Proprio a Lucca, nell’Aprile del 56 a.C., ebbero sede gli accordi del primo triumvirato, quello fra Cesare, Pompeo e Crasso.
L’operosità e la ricchezza non ostentata della città, si intuisce dai bei palazzi e dalle facciate impreziosite delle tante chiesette, molte erette nel medioevo quando i mercanti di Lucca si arricchirono con la lavorazione della seta.
Le stoffe lucchesi si contendevano con le Fiandre il primato di tessuti migliori del mondo. La seta arrivava greggia in piccole balle dette torselli, proveniva dalla Cina o dalla Georgia. A Lucca veniva lavorata fino a formare stoffe preziose, colorate di turchino, scarlatto, cremisi.
Ad eccezione di brevi periodi di signorie, fra le quali quella di Uguccione della Faggiola, signore di Pisa, e dei Guinigi, Lucca è stata una repubblica indipendente e oligarchica fino al 1799, periodo in cui divenne un principato ad opera di Napoleone Bonaparte, che la affidò al governo della sorella Elisa con il marito Felice Baciocchi.
Forte della sua indipendenza protratta per secoli, la città rifiutò i Tribunali dell’Inquisizione e promosse la libertà di stampa, diventando uno dei centri editoriali più importanti del 1700.
Lucca è come un labirinto fatto di vie lunghe e strette, giardini terrazzati, piazze irregolari e tantissime chiese. Fra l’VIII e l’XI secolo ne sono documentate almeno una quarantina, un numero assai considerevole per una città tutto sommato piuttosto piccola.
Il motivo di tanta devozione è senza dubbio la presenza della più antica e sacra scultura in legno dell’Occidente, il Volto Santo, un crocifisso in cedro del Libano, annerito dal tempo e dai fumi di migliaia di candele. E’ conservato nella Cattedrale di San Martino.
In epoca medievale il Volto Santo era raffigurato anche sulle monete e Dante Alighieri lo cita nella Divina Commedia.
Proprio a causa della presenza di questa reliquia, Lucca era una tappa irrinunciabile per i viandanti in pellegrinaggio verso Roma. Il crocifisso fu portato dalla Terrasanta nel 742. La leggenda dice che venne scolpito da Nicodemo, discepolo di Gesù. Era il fariseo presente al momento della crocefissione insieme con Giuseppe di Arimatea e alcune donne; fu colui che cosparse il corpo di Gesù con aloe e mirra dopo la deposizione dalla croce.
L’esame al carbonio ha datato la scultura intorno al VIII secolo; è possibile quindi che sia una riproduzione antichissima del primo, ad opera appunto di Nicodemo.
Si tratta di una croce del tipo Cristus Triumphans, mostra cioè Gesù con occhi aperti, senza segni di passione e completamente rivestito della sua tunica.
Ora quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca (Gv. 19) La comprò forse Nicodemo?
Lo sguardo è dolce, espressivo, rivolto in basso; probabilmente guardava la Mamma, sofferente ai piedi della croce, o forse quello sguardo è metaforicamente rivolto a noi, all’umanità, come per dire: avrei voluto solo rendervi liberi
perdonali perchè non sanno quello che fanno (Gv. 19; Lc. 23 )
Entrando in centro da Porta San Pietro e percorrendo il gradevole e fiorito Corso Garibaldi, raggiungeremo il Duomo di San Martino in pochi minuti.
La posizione è decentrata rispetto al Foro; la chiesa si presenta asimmetrica, un fatto abbastanza inconsueto per l’epoca e che probabilmente stava a dimostrare le difficoltà superate per l’edificazione. I longobardi erano piuttosto bizzarri in quanto a fede mistica.
Anche la sacra scultura non si trova al centro, ma sulla sinistra della navata, all’interno di un tempietto costruito nel Rinascimento da Matteo Civitali.
Nel bel portico d’ingresso e alla base dei vari edifici si trovano molti bassorilievi e diverse decorazioni scultoree ricche di significati. Fra questi anche il labirinto, simbolo del pellegrinaggio.
In questo luogo sostavano i cambiavalute, ai quali è dedicata un’iscrizione che ricorda loro l’importanza del non frodare i clienti.
In alto, sulla facciata, c’è la statua dedicata a San Martino, il soldato che offrì metà del suo mantello a un povero.
La costruzione della chiesa avvenne per volontà di San Frediano e di Teodolinda, la regina longobarda che contribuì a convertire il suo popolo al Cristianesimo.
Le chiese di Lucca sono tutte piuttosto piccole e defilate, ad eccezione di quella di San Michele in Foro, al centro della città, luogo in cui si trovava l’antico foro romano.
La Basilica, con la facciata impreziosita da colonnine e loggiati, è dominata in alto dalla statua di San Michele Arcangelo, una figura molto cara ai Longobardi e sacra per le religioni ebraica, cristiana e islamica.
L’angelo viene rappresentato nell’atto di sconfiggere il drago, che verrà soggiogato, ma non ucciso, in quanto parte dell’evoluzione verso il Bene.
Sulla sinistra del sagrato, nella Piazza San Michele, si trova il Palazzo Pretorio in stile rinascimentale, e poco distante, imboccando Via del Poggio, troviamo la casa di Giacomo Puccini nato a Lucca nel 1858.
A Lucca sono nati anche i compositori Alfredo Catalani, nel 1854, al quale è dedicato un monumento sulle mura della città, e Luigi Boccherini nato nel 1743, il cui corpo riposa nella chiesa di San Francesco.
La Piazza del Mercato è costruita all’interno dell’anfiteatro romano del II secolo d.C.
Le casette furono edificate sfruttando la planimetria esistente, della quale sul retro se ne intravedono arcate e basamenti.
Proprio lì nei pressi c’è la bella Basilica di San Frediano, dove inizialmente fu ospitato il Volto Santo. Venne poi spostato nel duomo di San Martino da San Frediano stesso, il cui corpo è venerato all’interno della chiesa.
La facciata mostra un mosaico raffigurante l’Ascensione di Gesù.
Le mura cinquecentesche che circondano Lucca, furono trasformate in parco pubblico dai Borbone nel corso del 1800. L’arborato cerchio, come venne definito da Gabriele d’Annunzio, è uno fra i luoghi più amati dai Lucchesi. Si tratta di una bella passeggiata sopraelevata, intervallata da numerosi accessi che consentono l’ingresso in vari punti della città.
Via Guinigi conserva l’originale aspetto medievale, dominata da un’altissima torre anche questa arborata.
Piazza Napoleone con il Palazzo Ducale, il Fillungo con gli antichi caffè e le molte chiese romaniche, contribuiranno a farci amare questa bella cittadina toscana.
Nel Duomo di San Martino, oltre al Volto Santo, potremo ammirare il capolavoro di Iacopo della Quercia, lo scultore senese che fu chiamato da Paolo Guinigi per scolpire il sarcofago della giovane moglie Ilaria del Carretto.
Fra i molti capolavori che si trovano nel Duomo c’è anche L’ultima cena del Tintoretto.