I primi popoli ad amare la Conca d’Oro, la valle dove sorge Palermo, furono i Fenici.
Essi nel VII secolo a.C. vi fondarono una città che chiamarono Zyz, il fiore, per la bellezza del territorio circondato da montagne e attraversato da fiumi.
In seguito i Greci tentarono più volte di impossessarsi del luogo, ma furono soltanto i Romani a riuscirci, durante la I Guerra Punica del III secolo a.C.
Dopo la caduta dell’Impero Romano, anche Palermo subì le invasioni barbariche: furono i popoli dei Vandali e degli Ostrogoti, fino a quando, nel 535 d.C., le flotte navali bizantine di Belisario (Impero Romano d’Oriente), riuscirono a conquistare la città e a farne la capitale del loro regno nell’Italia del sud.
I Bizantini portarono a Palermo l’arte del decoro, caratterizzata dagli intarsi marmorei e dai mosaici dorati. I soffitti della Cappella Palatina e della Martorana ne sono splendidi esempi.
Poi fu la volta degli Arabi, che nell’827 d.C. si insediarono nella città costruendo moschee e grandi palazzi circondati da aranceti nel quartiere della Kalsa.
Il periodo di massimo splendore fu poi a partire dal 1040, quando i re Normanni unificarono le varie culture creando uno stato all’avanguardia, in cui convivevano pacificamente etnie e religioni diverse.
Fu questo il clima che respirò Federico II, il grande Imperatore del Sacro Romano Impero, figlio di Enrico VI e Costanza d’Altavilla, nipote quindi di Federico Barbarossa per parte di padre e Ruggero II, per parte di madre.
Il piccolo Federico, noto come Stupor Mundi per l’insaziabile curiosità intellettuale, fin da bambino era stato educato alla tolleranza verso tutte le fedi ed aveva avuto come precettori letterati greci e arabi. Parlava cinque lingue, amava l’arte, la natura e la letteratura.
Gli edifici costruiti in questo fervido periodo medievale, in cui nacque la Scuola Poetica Siciliana, diedero inizio allo stile architettonico arabo-normanno che dal Luglio 2015 ha insignito Palermo del riconoscimento Unesco.
Esempi di questa peculiare mescolanza di stili architettonici sono il Palazzo dei Normanni, la Cattedrale e le Chiese di San Cataldo, Martorana e San Giovanni degli Eremiti.
Nel XIII secolo, Carlo d’Angiò sconfisse il figlio di Federico II e scelse come sede della capitale la città di Napoli.
Furono poi gli Aragonesi (Spagnoli) a impossessarsi di Palermo, richiamati dalla cittadinanza che era insorta con i Vespri Siciliani contro la politica degli Angioini.
Dal 1494 al 1759 Palermo è governata dai Vicerè, gli amministratori del re di Spagna, che condivisero il potere con i baroni, grandi feudatari del luogo.
Nascono in questo periodo Via Maqueda, Piazza Villena e le chiese barocche del centro storico.
La carica di Vicerè fu poi abolita dai Borbone, i quali si stabilirono a Napoli unificando il Regno delle Due Sicilie e governando Palermo fino alla venuta di Garibaldi e l’annessione al Regno d’Italia.
In quel periodo ci fu una rinascita della città ad opera dei grandi architetti del Liberty Giovan Battista Filippo Basile, ideatore del Teatro Massimo in Piazza Verdi, e del figlio Ernesto, che progettò fra le tante opere, Villa Igiea e il Villino della famiglia Florio, celebri imprenditori palermitani.