Il Palio si corre nella Piazza del Campo a Siena ogni anno, il 2 Luglio e il 16 Agosto. Si tratta di una corsa di cavalli montati a pelo, cioè senza sella, fra 10 delle 17 contrade che rappresentano le zone della città. Le 7 contrade escluse dal sorteggio parteciperanno di diritto alla corsa dell’anno successivo.
Per il Palio i Senesi provano forti emozioni, è una manifestazione tipica e privata dei Senesi, non un momento turistico. Sono attimi di felicità, di gioia, rabbia o delusione, dopo mesi di attesa e preparativi. Per assistere al Palio si interrompono le vacanze e i bagni di ferragosto, si torna dal mare o dalla montagna per piombarsi in una Piazza del Campo gremita di gente e assolata.
Il Palio dura per tutti i giorni dell’anno. Non ha niente in comune con le riesumazioni turistiche e folcloristiche; prima che per noi forestieri, è fatto per la città, di cui mette in luce il carattere… Il popolo senese soffre il Palio fino allo spasimo. Tutta Siena è presente, ma con qualche eccezione. mancano i più fanatici, quelli che soffrono di più e temono di morire di gioia o di disperazione. Essi restano nelle contrade, trepidando e pregando, di fronte all’immagine del santo patrono
da Viaggio in Italia di Guido Piovene
Le contrade senesi sono come piccole città nella città: hanno tradizioni, amicizie, orgogli e rivalità ognuna diversa dall’altra.
All’ultima corsa il fantino che veniva considerato il favorito, fu stretto da altri due fin dalla partenza e trattenuto indietro. In mezzo a questo parapiglia due dei tre rotolarono a terra dove continuarono il combattimento. Ma poichè è consentito ai fantini combattere a cavallo, ma non a piedi, vennero spediti entrambi in prigione. Ebbe l’aria più di una battaglia che di una corsa
da Familiar Letters from Italy to a friend in England, Peter Beckford, 1787
Il Palio è nato dai giochi medievali che all’epoca erano molti, non solo la corsa con i cavalli. Agli inizi del 1200 il palio si correva alla lunga, cioè partendo da Porta Romana e poi lungo le principali vie della città fino a giungere in Piazza del Duomo. L’origine in particolare della gara a cavallo alla tonda sembra da attribuirsi ai festeggiamenti dopo la battaglia di Montaperti contro i Fiorentini nel 1260, battaglia citata anche da Dante Alighieri nella Divina Commedia. Dal 1333 il Palio risulta comunque costituito e compare nei documenti storici.
La Carriera è preceduta da corse di prova nei giorni precedenti e dai seguitissimi sorteggi dei cavalli e delle contrade partecipanti. Il nome deriva dal Pallium, il mantello romano, ed è rappresentato da un drappellone, detto cencio che sfila sul Carroccio nel corteo storico che precede la gara vera e propria. Il Palio raffigura la Madonna e dal 1700 è dipinto da artisti locali o internazionali.
Dopo i tre giri di corsa nella piazza, il Palio viene consegnato ai contradaioli vincenti, che insieme al cavallo e al fantino, vanno nella chiesa di Provenzano, a Luglio, o nel Duomo ad Agosto, a cantare il Te Deum di ringraziamento.
I numerosi festeggiamenti e rituali, fra sacro e profano, si protraggono per molti giorni all’anno fino alla cena della vittoria in autunno, dove al posto d’onore starà il cavallo vittorioso. Il Palio può essere vinto anche dal cavallo scosso, cioè senza il fantino.
Oltre ai due appuntamenti estivi, il Palio può essere corso anche in altri momenti dell’anno in occasione di eventi o ricorrenze speciali.
Dal 1599 al 1650 in Piazza del Campo si tennero anche le bufalate, cioè le corse con bufale di razza maremmana cavalcate da butteri. Le bufale dovevano percorrere tre giri di piazza in senso antiorario, opposto a come corrono i cavalli del palio. Anche queste manifestazioni, alle quali partecipavano solo le contrade che lo desideravano, erano precedute da cortei con carri allegorici.
L’attaccamento alla contrada non ha nulla a che fare con le idee, col partito politico, con gli interessi. Dipende in modo esclusivo dal luogo di nascita… non è pensiero, ma passione contratta con il semplice venire al mondo
da Viaggio in Italia di Guido Piovene