Piombino (Livorno)

Conosciuta per l’industria siderurgica e per il porto, il secondo per importanza della Toscana, Piombino è in realtà una città che ha molto da offrire. Il suo centro storico unisce il calore delle belle cittadine della campagna toscana con strepitosi scenari sul mare. 

Centro storico di Piombino, Corso Vittorio Emanuele II

Dalla Piazza Bovio, una terrazza naturale sul promontorio, le isole dell’Arcipelago sembrano tutte lì, a un passo: una vista panoramica che si estende fino alla Corsica, come dalla prua di una nave in procinto di approdare. L’Isola d’Elba è proprio di fronte e il piccolo porto del Cavo si raggiunge in soli 15 minuti di traghetto.

Piazza Bovio, panorama sulle isole dell’Arcipelago toscano

La storia di Piombino è ricca di avvenimenti di rilievo. La lavorazione dei metalli nella zona ha da sempre dato un ruolo strategico alla cittadina, a partire dal tempo degli Etruschi, quando Populonia, sul promontorio di Piombino, gestiva il ferro proveniente dall’Elba. L’attività non si è mai interrotta e passando per l’epoca romana, il Medioevo e la Signoria degli Appiano, è continuata fino ai nostri giorni.

Piombino, il porto piccolo

Il 13 Febbraio 1399 Gherardo Leonardo d’Appiano, esponente di una ricca famiglia originaria del villaggio di Appiano sulle pendici delle colline pisane, vendette tutti i possedimenti, compresa la repubblica di Pisa, ai Visconti di Milano. Trattenne per sè solo quel piccolo tratto di territorio che comprendeva la costa di Piombino, parte dell’interno e le isole dell’arcipelago toscano: una zona amata, ricca di risorse e bellezze paesaggistiche. Là andò a stabilirsi con l’intenzione di farne la sua Signoria.

Palazzo Appiano, Piazza Bovio

Gherardo d’Appiano aveva sposato Paola Colonna, una nobile romana sorella del futuro papa Martino V. Dopo questo matrimonio il piccolo stato di Piombino acquistò ancora più evidenza sulla scena politica dell’epoca. Gli Appiani abitavano nel palazzo omonimo in Piazza Bovio, oggi di proprietà del Comune, e vista l’importanza delle materie prime che gestivano, la famiglia svolse un ruolo determinante nella storia fra il XV e il XVII secolo, stringendo alleanze con personaggi potenti e legami familiari con i Medici di Firenze e gli Aragona a Napoli. Nel 1440, dopo la morte di Gherardo e del primogenito Jacopo II, l’energica moglie Paola Colonna combinò il matrimonio della nubile e ormai quarantenne figlia Caterina con Rinaldo Orsini, un nobile condottiero romano vedovo da qualche anno che era alla guida dell’esercito senese. Rinaldo era stato insignito anche del dono della rosa d’oro dal papa Eugenio IV per la devozione e i servizi resi alla Chiesa. Questo matrimonio fece nascere controversie con Emanuele Appiano, il fratello di Gherardo, genero di Paola Colonna, il quale secondo testamento dello stesso Gherardo, avrebbe dovuto ereditare la signoria in assenza di figli maschi per la successione. Emanuele, che aveva sposato Colia de Giudici, figlia illegittima del re Alfonso V d’Aragona di Napoli, ricevette l’aiuto degli Aragona per rientrare in possesso del feudo, mentre Paola Colonna implorò per i due sposi la protezione della repubblica di Firenze. Gli Aragonesi assediarono senza successo Piombino dal 23 Giugno all’11 Settembre 1448 per poi trovare un accordo con i Fiorentini e abbandonare l’impresa. Il territorio rimase così a Caterina e Rinaldo, che lo mantennero fino al 1451, quando a distanza di pochi mesi l’uno dall’altra morirono a causa della peste. Gli Anziani della città proclamarono allora signore del feudo Emanuele, che dal 1452 tornò a Piombino a governare il feudo in alleanza con Napoli in modo valoroso, intelligente e benefico.

Vie di Piombino
Vie di Piombino

Il figlio di Emanuele, Jacopo III Appiano fu un personaggio molto conosciuto nelle corti rinascimentali. Noto come il padre per la magnanimità verso il proprio stato, si comportò inizialmente in modo piuttosto immorale e per i suoi atteggiamenti spregiudicati si inimicò molti dei suoi concittadini.

Uomo effemminato e di bel tempo, voleva estendere i suoi diritti sovrani sopra le beltà piombinesi: il che non garbava affatto ai mariti, ai padri e ai fratelli delle donne adocchiate da Jacopo… Nel timore di gravi conseguenze fece fabbricare la Cittadella per sua abitazione e lasciò il palazzo vecchio di piazza che fino ad allora era stata la residenza dei suoi antecessori… Per allontanare le persone che reputava a sè ostili, ordinò che parecchie famiglie piombinesi andassero ad abitare nell’isola di Montecristo… Con tale provvedimento sperava di trarne profitto anche dal lato strategico e militare…

da Storia della città e stato di Piombino di Licurgo Cappelletti, Google books

La moglie del disinvolto Jacopo III era Battistina Fregoso, figlia del doge di Genova, dalla quale Jacopo ebbe molti figli. Fra questi, Gherardo, che sposò Lucrezia Pico, sorella di Giovanni Pico della Mirandola, Belisario che fu ammogliato a Aurelia Sforza dei conti di Santa Fiora sul Monte Amiata e Semiramide la quale nel 1480 venne maritata a Lorenzo di Pierfrancesco de’ Medici detto Lorenzo il Popolano. Il giovane Lorenzo, rimasto orfano dei genitori, era stato preso sotto la tutela del cugino Lorenzo Il Magnifico, il quale combinò per lui il matrimonio con Semiramide Appiano. Per le nozze dei due ragazzi il Botticelli dipinse la celebre Primavera, dove Lorenzo appare nelle vesti di Mercurio e Semiramide è una delle tre donne che danzano.

La Primavera, Museo degli Uffizi, Firenze
Nascita di Venere, Botticelli, Museo Uffizi

La sorellastra di Battistina, moglie di Jacopo III, era nientedimeno che Simonetta Cattaneo, la celebre Venere del Botticelli, musa ispiratrice di molti fra i maggiori artisti del Rinascimento italiano e adorata dai fratelli Lorenzo e Giuliano dei Medici.

La Cattaneo, zia quindi di Semiramide, trascorse molti anni della giovinezza a Piombino, ospite con i genitori della sorellastra Battistina. Anche il suo matrimonio con Marco Vespucci fu combinato da Jacopo III Appiano con il benestare dei Medici. La madre di Simonetta Cattaneo era Caterina Violante Spinola, detta Catocchia, una nobile genovese molto bella che ebbe tre mariti famosi: Battista Fregoso, il doge di Genova dal quale ebbe Battistina. il marchese Pirro I del Carretto, fratello della famosa Ilaria, moglie del Guinigi di Lucca e Gaspare Cattaneo della Volta, un importante aristocratico di Genova dal quale partorì Simonetta. Per le nozze di Simonetta e Marco Vespucci furono organizzati grandi festeggiamenti nella villa di Careggi e nel palazzo dei Medici a Firenze.

Ristoranti in Corso Vittorio Emanuele II, Piombino

Altro personaggio determinante nella storia di Piombino fu Cesare Borgia, detto Il Valentino, che nel 1501 conquistò la Signoria costringendo Jacopo IV a rifugiarsi a Genova. Il Borgia si stabilì nel palazzo che era stato fatto costruire in alto sulla Cittadella da Jacopo III ad opera di Andrea GuardiOggi purtroppo il palazzo non esiste più, sono rimaste solamente la Cappella e una Cisterna. Cesare Borgia rimase a Piombino per qualche anno e divenne famoso per la vita dissoluta e lo sperperare dei denari in banchetti e ricevimenti.

I festeggiamenti in onore della visita del padre, che era il papa Alessandro VI, (aveva avuto i figli Cesare e Lucrezia prima di essere eletto al soglio papale) durarono diversi giorni e in quell’occasione il pontefice tenne una solenne cerimonia nel piccolo duomo della città.

panorama piombino
Panorama dalla Cittadella di Piombino

Nel 1594, su decreto reale dell’imperatore del Sacro Romano Impero Rodolfo II, Piombino divenne un Principato ed iniziò a coniare una propria moneta.

Fra gli illustri personaggi che hanno dimorato nella cittadina ci furono anche Machiavelli, ospite per diversi periodi alla corte di Jacopo IV d’Appiano Leonardo da Vinci, che disegnò i bastioni semicircolari della fortezza e studiò alcuni metodi per bonificare il territorio per volere di Cesare Borgia. Il Machiavelli scriverà poi Il Principe sempre in onore a Cesare Borgia, il duca Valentino.

Il successore Jacopo V come il padre sposò una esponente del casato degli Aragona, Marianna d’Aragona, e in seconde e terze nozze si maritò prima con Emilia e poi con Clarice, entrambe nipoti di Lorenzo il Magnifico. Intrighi importanti fra famiglie in evidenza nell’Italia del Rinascimento.

Il Torrione e Rivellino, Piombino
Il Torrione e Rivellino, Piombino

Nel 1805, dopo le conquiste di Napoleone Bonaparte, il principato fu affidato dall’imperatore alla sorella Elisa, che lo governò insieme al marito Felice Baciocchi. Nacque così il Principato di Lucca e Piombino. La Bonaparte fece realizzare la Strada Provinciale della Principessa, per unire Piombino all’Aurelia nei pressi di San Vincenzo. Dopo il Congresso di Vienna il territorio entrò a far parte del Granducato di Toscana.

Strada della Principessa, Baratti

I vicoli del centro storico di Piombino si aprono in deliziosi scorci sul mare fino alla panoramica Piazza Bovio e al piccolo porto ottocentesco. I numerosi ristoranti del centro offrono una cucina molto rinomata in zona. Nel paese si trovano anche due importanti musei del territorio: il Museo Archeologico e il Museo del Castello.

Piombino, porto piccolo
Panorama sull’Arcipelago toscano dalla Piazzetta del Mare

Il mare a Piombino è azzurro e pulito. I Parchi costieri della Sterpaia e di Rimigliano hanno spiagge costeggiate da una rigogliosa macchia mediterranea. Cala Moresca e Buca delle Fate sono alcune delle strepitose baie raggiungibili camminando per i sentieri sul promontorio. 

A dieci minuti di distanza da Piombino è consigliabile la visita al Golfo di Baratti e Populonia, antichi possedimenti etruschi. Da non perdere anche un’escursione nelle isole dell’arcipelago o in una delle nobili cittadine dell’interno come Massa Marittima.

Cala Moresca, Piombino
Il mare a Piazza Bovio, Piombino
Il mare a Piazza Bovio, Piombino