Sono stati molti i viaggiatori del Grand Tour rimasti affascinati da Napoli.
La città, insieme con il Vesuvio, la Costiera Amalfitana e gli scavi di Pompei ed Ercolano, era una delle mete di viaggio più ambite dai giovani europei dei secoli XVIII e XIX.
Johann Wolfgang Goethe nel suo Viaggio in Italia descrive i suoi giorni a Napoli, nel Febbraio 1787, con parole piene di entusiasmo:
“Il Golfo, il Vesuvio, i palazzi, le passeggiate… Abbiamo passato le ore a contemplare le più magnifiche cose… Ai nostri piedi il mare, di fronte Capri, a dritta Posillipo e la passeggiata di Villa Reale… e poi lontano la costa di Sorrento… Difficilmente si troverebbe in Europa qualcosa di simile, o per lo meno non si troverebbe nel centro di una grande popolosa città”
Lo scrittore tedesco, in giro in Italia per il suo Grand Tour, rimase profondamente colpito dalla bellezza di Napoli e dalla vitalità dei suoi abitanti.
“ Napoli è un paradiso! Si vive in una specie di ebbrezza e di oblio di se stessi. E’ quello che provo anch’io.
Ieri mi dicevo: o tu sei stato pazzo fino ad ora o lo sei adesso”
16 Marzo 1787, da Viaggio in Italia di J. W. Goethe
Napoli è la città del mare, dei colori, della buona cucina e dell’allegria. Allegria che ha caratterizzato nei secoli la sua popolazione, che riusciva a superare i problemi della vita, grazie al buonumore e all’ottimismo.
Un popolo sempre pronto a far festa, come ai tempi delle cuccagne allestite dai Borbone nel Largo di Palazzo, in quella che oggi è chiamata Piazza del Plebiscito.
Vino, salsicce, formaggi e perfino gioielli, erano a disposizione di chi se li accaparrava per primo, in una corsa all’assalto degli alti carri, al colpo di un cannone che dava il via. Feste che spesso finivano in litigi e che comunque a volte servivano ai reali per governare secondo il motto del “panem et circenses”.
“Questo spettacolo è bello; io non so dir altro… non c’è che da contemplare e lasciarsi vivere; con un solo sguardo si ha tutto ciò che c’è di più squisito e desiderabile nella vita.. Da tutte le parti brillano i fanali; la gente all’aria aperta chiacchiera ad alta voce, ride e mangia. Questo cielo è una festa per se stesso”
Hippolyte Taine, 1864
Napoli è una città dai molteplici aspetti, ognuno un mondo a sé e tutti ugualmente affascinanti.
C’è la città del mare, con il porto, i castelli e le belle passeggiate sulla marina: dalla Riviera di Chiaia a Mergellina è un susseguirsi di eleganti palazzi settecenteschi e liberty, con la suggestiva veduta del Vesuvio a fare da sfondo alla baia.
“Ho passato mezza giornata alla Villa Reale, che è una passeggiata lungo la costa del mare, piantata di filari di querce e di arbusti sempreverdi… Chiazze di luce si disegnano sull’erba dei prati, piante rampicanti s’intrecciano intorno alle colonne… L’aria e il mare sono benefici”
da Viaggio in Italia di Hippolyte Taine
Procedendo da Posillipo verso Pozzuoli e i Campi Flegrei, troviamo invece insenature pittoresche da piccolo borgo di pescatori, come Marechiaro, una località resa nota dai versi del poeta Salvatore di Giacomo.
Poi c’è la zona di Castel dell’Ovo e Borgo Marinari, un mondo a parte, proprio nel centro della città. Il posto è molto romantico, soprattutto di sera.
Da questa zona, fino ad arrivare in alto alla collina di Pizzofalcone, si estendevano i territori della villa di Lucio Licinio Lucullo, uomo politico della Roma repubblicana. Qui allestiva i suoi favolosi banchetti. A Napoli è nato infatti il termine “luculliano” per indicare un pasto abbondante ed elaborato.
Imperdibile la passeggiata nella Napoli antica, Patrimonio Unesco dal 1995.
Strette strade a reticolo si aprono in piazze costeggiate da chiese medievali e palazzi barocchi dai portali importanti.
Alcune vie hanno origini romane, come “Spaccanapoli”, l’antico decumano che sembra dividere in due l’impianto urbano.
Nel centro storico troveremo le caratteristiche Via dei Tribunali, San Biagio dei Librai, Piazza Dante, Piazzetta Nilo, tutte zone da visitare, piene di vita, botteghe cariche di oggetti, piccoli bar, bancarelle di street food e ristoranti tipici.
In Via San Gregorio Armeno, un vicolo che collega San Biagio dei Librai con Via dei Tribunali, gli artigiani producono da secoli statuette per i presepi. Sono sempre aperti, anche in periodo non natalizio.
Poi ci sono gli eleganti quartieri del Vomero, raggiungibili dalle tre stazioni di Funicolare, una delle quali si trova nella bella Piazzetta Duca d’Aosta, che si apre in uno slargo di Via Toledo.
Altro aspetto di Napoli sono i grandi viali creati a partire dal XVII secolo per dar “aria” alla città dopo le epidemie di peste e colera. Come a Parigi e in molte metropoli dell’epoca, anche a Napoli furono progettati grandi interventi urbani per il risanamento del centro storico.
Nacquero così l’elegante Via Chiaia, Corso Umberto I, Via Toledo e l’ottocentesca Galleria in vetro e ferro, simile a quella di Milano.
Napoli è una città dalle origini antichissime, ne sono testimonianza i resti delle mura greche visibili nella Piazza Bellini.
Un periodo di grande splendore per la città fu il Medioevo, durante la dominazione degli Angioini, quando il re Carlo I spostò la capitale del regno da Palermo a Napoli, e qui si fece costruire la nuova reggia, il Castel Nuovo, o Maschio Angioino.
La regina Giovanna d’Angiò iniziò invece la costruzione di una fortezza sulla collina: quella che diventerà Castel Sant’Elmo al Vomero.
Durante il dominio degli Angioini furono edificate la Basilica di Santa Chiara, il Duomo, la Chiesa di San Domenico e la Basilica di San Lorenzo Maggiore, luogo dove Boccaccio incontrò la sua musa ispiratrice, Fiammetta, che secondo molti era in realtà Maria d’Aquino, figlia illegittima del re Roberto d’Angiò.
Il grande poeta, nato a Certaldo in Toscana, trascorse tredici anni a Napoli, un periodo che per lui fu molto felice e che ricorderà sempre con affetto.
Una zona molto caratteristica di Napoli è quella dei Quartieri Spagnoli. Si trova a fianco di Via Toledo.
I Quartieri nacquero intorno al XVI secolo come alloggi per i soldati spagnoli destinati alla guardia al castello. Essi erano incaricati anche della repressione di eventuali rivolte da parte della popolazione.
Fin dalla loro nascita furono zone problematiche, con grandi difficoltà dovute a criminalità e disagio sociale.
I Quartieri Spagnoli oggi stanno rinascendo grazie al turismo, sono infatti zone molto affascinanti, folkloristiche, piene di ottimi ristoranti e pittoreschi mercati, come lo storico mercato di Pignasecca, uno dei più antichi della città.
Dopo un grande passato glorioso, Napoli ha pagato per secoli lo scotto del malgoverno e della corruzione, che l’ha resa a lungo economicamente e socialmente fragile.
Dal tempo dei Vicerè, la nobiltà e la ricca borghesia napoletana hanno sempre appoggiato i governanti, finanziando guerre e preferendo l’ozio e la ricerca del lusso, piuttosto che dedicarsi al benessere della città, al progredire dell’industria e dell’occupazione. Le ragioni del popolo, come in molte città del sud, non furono quasi mai ascoltate, basti pensare alle rivolte di Masaniello e Gennaro Annese, scoppiate a causa del malcontento che esasperava la popolazione.
Le successive poche opportunità di sviluppo turistico furono da sempre relegate esclusivamente al recupero di Pompei ed Ercolano e alle pur bellissime Costiera Amalfitana e Sorrentina.
Oggi Napoli sta iniziando il suo riscatto.
Nessun altra città italiana possiede delle così grandi potenzialità, una ricchezza espressiva, un vasto panorama di ambienti, il tutto corredato dalla cucina eccellente e da un’ottima ospitalità da parte di un popolo che è stato spesso vittima di luoghi comuni.
A Napoli la qualità della vita può essere migliore che in qualunque altra grande città.
“A volte i Napoletani sembrano guardarsi come esseri sconosciuti da cui possono scaturire le più straordinarie sorprese. Mi resta impresso il grido di un venditore, che andava per via correndo con in testa un paniere di frittelle appena sfornate: – Come ho fatto a farle! Come ho fatto a farle! – Anch’egli stupefatto dell’esplosione del suo genio”
da Viaggio in Italia di Guido Piovene