Montmartre è un quartiere di Parigi nel quale artisti e pittori dal 1800 in avanti hanno amato incontrarsi e vivere.
In elevata pendenza, era difficilmente raggiungibile dai mezzi pubblici. Le carrozze non avanzavano più in alto della Place Pigalle e la ripida collina della Butta era un luogo, che pur essendo in pieno centro di Parigi, rimaneva un mondo a sé stante, con vigneti, mulini e ruscelletti.
Nella seconda metà del 1800 molti artisti provenienti da diverse parti d’Europa, attratti da Parigi e dalla stimolante vita che si andava avviando, fecero di Montmartre il posto privilegiato di adozione, vivendo in modo bohemién grazie alla benevolenza dei bottegai che spesso facevano loro credito. Lassù gli appartamenti costavano meno e gli albergatori erano sempre pronti a offrire alloggi a prezzi stracciati. Il luogo poi era pittoresco, pieno di personaggi stravaganti e angoli suggestivi.
Poeti e pittori in cerca di gloria si riunivano nei locali di Montmartre, come a La Bonne Franquette, la cui terrazza è raffigurata nel dipinto La Guinguette di Vincent Van Gogh, oppure al Lapin Agile, l’osteria di proprietà di Frédéric Gerard, ex-pescivendolo che era familiarmente chiamato papà Frédé.
Il buon Frédé, sempre accompagnato dall’asino Lolo, si divertiva a strimpellare ritornelli e non negava a nessuno un bicchiere di vino e una fetta di paté. L’uomo che suona la chitarra nel quadro Autoritratto da Arlecchino al caffè, è proprio Frédé al quale Pablo Picasso regalò la tela per sdebitarsi.
La figliastra di Frèdè, ritratta da Picasso nella pittura Ragazza con cornacchia, sposò lo scrittore Mac Orlan.
Nel Medioevo la zona di Montmartre apparteneva ai monaci benedettini, che la coltivavano soprattutto a vigneti.
L’unica vigna rimasta oggi, fu in realtà reimpiantata nel 1929, quando si sparse voce che sarebbero state costruite abitazioni nell’ex giardino di Aristide Bruant, il cabarettista dalla sciarpa rossa ritratto in un famoso manifesto di Toulouse-Lautrec.
Un gruppo di oppositori fece di tutto per contrastare il progetto e salvaguardare l’area: venne così piantata una vigna. Ogni anno dal 1934, il vino prodotto dal piccolo vigneto di rue de Saules viene venduto all’asta durante la Festa della Vendemmia. Il ricavato è offerto in beneficenza.
Il Lapin Agile, che ha avuto fra i clienti personaggi come Utrillo, Modigliani, Max-Jacob e Apollinaire, è ancora lì, con l’insegna del coniglio che salta dalla pentola (l’originale è al museo di Montmartre) nella discesa all’angolo fra la rue des Saules e la rue Saint-Vincent di Montmartre.
Anche il pittore Renoir, in gioventù uno dei massimi esponenti dell’Impressionismo, trovò la sua casa ideale sulla Butta, la collina di Montmartre. Amante della vita sana e dei cibi naturali, si stabilì con tutta la famiglia in una casa circondata da campi in fiore, in quel luogo dove l’aria era pura e l’atmosfera campagnola.
La sua tela Le Bal du Moulin de la Galette fu la molla che fece suscitare l’amore del pittore per il quartiere. Per dipingere il quadro era andato sul posto, nel cortile del Moulin de la Galette sulla collina.
Era un vecchio mulino riconvertito in balera che il sabato sera attirava centinaia di clienti da Parigi per riunirsi a ballare al chiaro di luna.
Fra questi c’era anche Van Gogh, cliente di abitudine. Insieme alle consumazioni si offrivano le galeettes, frittelle di pane di segale, e da questo derivò il nome del locale.
A differenza del più raffinato Moulin Rouge, in basso nella Place Pigalle, il Moulin de la Gallette aveva un passato da vero mulino, anche se da tempo si macinavano solo radici di iris per la produzione dei profumi.
Renoir, che come tutti gli impressionisti dipingeva en plein aire, all’aria aperta, fu attratto dalla luce e dalla natura del luogo, tanto che volle ricercare subito un locale in Montmartre per il suo atelier. Si trattava di uno studio in rue Cortot consistente in due grandi stanze, un magazzino e un giardino. Il luogo è quello dove adesso si trova il Museo di Montmartre. Lì hanno abitato anche i pittori Utrillo e la madre Suzanne Valadon.
Piuttosto distante dagli accaniti dibattiti e dalle accese discussioni sull’arte, Renoir fu sempre occupato a trarre dai propri dipinti la pura passione e la gioia semplice del dipingere. I suoi soggetti preferiti furono la natura e i personaggi femminili, che stimolavano la sua vena artistica. Le varie modelle di Montmartre, la bella Suzanne, la moglie Aline con i figli e in vecchiaia la giovane governante Gabrielle, divennero i protagonisti principali dei suoi quadri più famosi. Renoir era un personaggio amatissimo in Montmartre e si distinse per la generosità verso il quartiere.
Anche Monet, Degas e Cézanne avevano studi e pied-à-terre in Montmartre.
La cerchia degli artisti si riuniva inizialmente nei caffè del quartiere Batignolles, soprattutto nel Café Guerbois, dove il più anziano Edouard Manet era al centro di un circolo molto stimolante che includeva appassionati d’arte e scrittori come Emile Zola. In seguito il ritrovo si spostò in Montmartre, dove diventarono assidui frequentatori del locale La Nouvelle Athénes in Place Pigalle.
Essi si andavano opponendo agli accademisti, con una pittura più chiara e fluida che traeva stimoli immediati dai cafés-chantants, dalle orchestrine e dalla natura. Altro soggetto fonte di grande ispirazione fu il Circo Fernando, divenuto poi Medrano, che influenzò l’arte di molti pittori da Toulouse-Lautrec a Pablo Picasso, qualche anno dopo.
Il pittore spagnolo giunse a Parigi nel 1904 approdando alla Stazione d’Orsay con solamente un cavalletto e una tavolozza sottobraccio.
Si stabilì in un magazzino di Montmartre che il proprietario aveva diviso con tramezzi in legno e ballatoi. Si trovava in una piazza in forte pendenza, l’attuale Piazza Emile Goudeau, nella zona Des Abbesses.
La piazzetta ha mantenuto inalterato l’aspetto dell’epoca, solo il magazzino, dal nome di Bateau-Lavoir, cioè ” battello lavatoio”, è stato ricostruito in pietra dopo un incendio che lo distrusse nel 1970. Picasso e i suoi amici erano soliti chiamarlo la Maison du Trappeur, Casa del Cacciatore di pellicce, perché dicevano assomigliasse più a una capanna che ad una abitazione. Nonostante i disagi, Picasso pensò sempre con nostalgia a quel periodo di stenti, e nel corso della sua vita tornò spesso in visita a Montmartre.
Lì, nel Bateau-Lavoir, Picasso viveva con alcuni amici e l’allora fidanzata Fernande Olivier, una modella per pittori che aveva conosciuto al Lapin Agile, la taverna di Fredé che fu per gli artisti della Butte un vero polo di attrazione.
I quadri prodotti all’epoca furono quelli del periodo rosa, detto dalla Olivier il periodo dei saltimbanchi per i frequenti ritratti di clown e artisti del circo. Il capolavoro fu Les Demoiselles d’Avignon che segnò l’inizio del cubismo.
A pochi passi dal Bateau Lavoir in Montmartre troviamo una delle piazze che meglio sintetizza l’anima di Parigi, è la piazzetta des Abbesses, dal nome del quartiere appunto. Frequentata dai turisti spesso solamente per la metropolitana, merita in realtà più attenzione. L’atmosfera è rilassante, qui i Parigini accompagnano i bambini alla giostrina e si ritrovano al fresco sotto gli alberi. Il Montmartre di Place des Abbesses si può considerare come uno degli ultimi villaggi che unendosi insieme hanno formato la città di Parigi.
Piccola e raccolta, Piazza Des Abbesses ha fatto da scenario a numerosi film ambientati a Parigi, perchè contiene tutti gli elementi caratterizzanti della Ville Lumiére: ci sono i bistrot, i giardinetti ombreggiati da platani, gli eleganti palazzi di fine ottocento e i notevoli elementi in Art Nouveau, a cominciare dalla bellissima pensilina della metropolitana.
Molto ben conservata, in vetro e ferro battuto dai colori grigio-verde, richiama subito alla mente immagini da Belle Époque, con le sue forme sinuose che fanno pensare a libellule e rami fioriti. Fu creata da Hector Guimard in occasione dell’Esposizione Universale del 1900. Si trovava inizialmente alla stazione dell’Hotel-de-Ville, sulla linea 1, venne trasferita in Montmartre nel 1976.
Nella piazza c’è anche il giardinetto dedicato al poeta Jehan Rictus, che ha al suo interno, una singolare opera artistica: Le mur des je t’aime, Il muro del ti amo di Frédéric Baron. Sono 40 mq di piastrelle di lava smaltata blu con raffigurati pezzetti di cuore sparpagliati fra più di 300 scritte di ti amo in tutte le lingue del mondo. In alto, sulla parete, è stata rappresentata da altri artisti la diva americana Rita Hayworth, icona di seduzione mondiale. L’idea è che tutti i frammenti si uniscano per diventare mattoni di un muro cementato dall’amore.
La suggestiva chiesa a mattoncini rossi su un lato della piazza è dedicata a St-Jean l’Évangéliste. Conosciuta anche come S.Giovanni dei mattoni, fu progettata da Anatole de Baudot nel 1894 ed è la prima chiesa costruita in cemento armato. All’esterno le due torri campanarie sono unite da archi intrecciati arricchiti da decorazioni in ceramica. L’interno, un po’ buio, ha le originali forme e gli arredi tipici dell’Art Nouveau.
Nella piazza Des Abbesses c’è poi una delle 50 fontanine in ghisa finanziate nel 1870 dal marchese inglese Richard Wallace. Raffigura 4 cariatidi che sostengono una cupola, inizialmente aveva anche la ciotolina per la bevuta. Al di là del valore estetico, le fontane furono una necessità per la popolazione, dopo i danni agli acquedotti in seguito alla guerra franco-prussiana.
Il centro di Montmartre è costituito dalla Place du Tertre, con a pochi metri di distanza la chiesa del Sacré-Coeur, iniziata nel 1870 e completata nel 1914. Questa grande chiesa, dal cui sagrato si gode di una spettacolare vista di Parigi, fu costruita per volere di due uomini di affari: Alexandre Legentil e Hubert Rohault de Fleury.
I lavori furono più difficoltosi del previsto a causa dell’instabilità del terreno che presentava alcune zone cave. Si crearono fondamenta composte da 83 pilastri interrati ed eretti su pozzi in muratura molto profondi, tanto che da allora c’è chi dice che “non è la collina a sostenere la chiesa, ma viceversa…”
La zona di Montmartre, anche se un po’ scomoda per salite e discese, è una delle più piacevoli da visitare per conoscere la vera atmosfera di Parigi.