Arrivando a Torino dalla bella stazione liberty di Porta Nuova, possiamo procedere verso il centro attraversando il giardino Sambuy in Piazza Carlo Felice.
Realizzato nel 1861, questo gradevole parco storico è circondato da una recinzione in ferro battuto ed è abbellito da fontane, un laghetto e un gazebo dove si tengono concerti e manifestazioni estive.
Arrivai finalmente a Torino verso l’una o le due dopo mezzogiorno. Era una giornata stupenda e l’entrata di quella città per la Porta Nuova e la Piazza San Carlo verso l’Annunziata presso cui abitava mio zio … mi aveva rapito
Vittorio Alfieri, 1758
Camminiamo poi lungo Via Roma, il grande viale che collega la stazione ferroviaria al Palazzo Reale.
Molte delle principali strade di Torino sono porticate per volere dei Savoia, la casa reale a capo del movimento di unificazione italiano che terminò nel 1861 con la proclamazione del Regno d’Italia.
I Savoia, una delle più antiche dinastie d’Europa, nel XVI secolo spostarono i propri interessi territoriali dalle Alpi alla penisola italiana, e nel 1563 scelsero Torino come capitale del loro ducato. La città, nata da un accampamento militare di epoca romana, fu ridisegnata rispettando la planimetria a reticolo, ampliando e ristrutturando viali, palazzi e piazze secondo i gusti dell’epoca, dal barocco al liberty dei primi del 900.
Sotto i portici, molti dei numerosi negozi storici, mantengono le antiche insegne e i preziosi interni, rendendo Torino una città particolare, con una piacevole aria retrò.
Gli spazi sono ampi, le piazze ariose, tutto è pensato in grande per la gloria dei regnanti, che fecero di questo luogo il loro biglietto da visita.
Qui non troveremo gli angoli pittoreschi di Firenze, Verona o Napoli, Torino è diversa da ogni altra città italiana, ma per questo ugualmente affascinante.
Più tardi, sotto i portici, ritrovai molte vecchie conoscenze: begli ufficiali tirati a lucido che si muovevano lentamente qua e là a contemplare le bellezze femminili… e poi signore con il capo coperto accuratamente da scialli di pizzo…
da Italian Hours di Henry James, Torino 1873
Superata Piazza San Carlo, dal grande spazio ampio con le chiese gemelle che ricordano quelle di Piazza del Popolo a Roma, procediamo avanti svoltando a destra in Via Principe Amedeo, strada che ci condurrà nella armoniosa Piazzetta Carignano.
Qui troveremo il Museo Egizio, secondo per importanza dopo quello del Cairo, e il particolare Palazzo Carignano, sede del primo parlamento italiano e luogo di nascita dei re Carlo Alberto (nel 1798) e di Vittorio Emanuele II (nel 1820).
Diamo un’occhiata agli storici locali della piazza fra i quali troviamo la gelateria Pepino, una fra le più antiche d’Europa, e il ristorante Del Cambio, ritrovo settecentesco amato dal Conte di Cavour.
Costeggiamo ora il Palazzo Carignano fino a raggiungere la retrostante Piazza Carlo Alberto. Da qui si può accedere al Museo del Risorgimento, all’interno del Palazzo Carignano.
In angolo, troviamo lo Sfashion Cafè di Piero Chiambretti. Aperto tutto l’anno, in bella posizione sulla piazza, il locale offre colazioni, pasti e aperitivi a prezzi convenienti.
A questo punto percorriamo l’elegante Galleria Subalpina che ci porterà in Piazza Castello.
Anche qui caffetterie storiche come Mulassano, il bar che per primo ha importato i tramezzini, o il caffè Baratti & Milano, fornitore della Casa Reale, aggiungono indubbio fascino all’ambiente.
Nella Galleria Subalpina, l’ambiente più bello ed elegante di questo genere che io conosca, adesso si suona tutte le sere “Il barbiere di Siviglia” e davvero in maniera eccellente: si paga solo la consumazione con un piccolo sovrapprezzo… E come è bella la città quando il cielo è grigio! Poco fa mi dicevo: avere un luogo da cui non si vuole uscire, neppure per andare in campagna, dove ci si rallegra di camminare per strada! Prima lo avrei ritenuto impossibile.
da Lettere da Torino di Friedrich Nietzsche, 16 Dicembre 1888
Ed eccoci arrivati in Piazza Castello. Vediamo al centro il Palazzo Madama, un’elegante costruzione collegata alla fortificazione medievale a sua volta costruita sulla porta di accesso all’Augusta Taurinorum di epoca romana.
Palazzo Madama, con le bellissime finestre che illuminano lo Scalone monumentale, fu realizzato dallo scenografo teatrale Filippo Juvarra in stile barocco ed è stato la sede del primo Senato Italiano. Deve il suo nome alle Madame reali che lo abitarono. All’interno ospita mostre temporanee e il Museo Civico; la costruzione fa parte del Patrimonio Unesco insieme con le altre Residenze Sabaude.
Sul fondo della Piazza Castello, nella direzione di Via Roma, troviamo il Palazzo Reale, principale dimora dei Savoia dal 1563 fino all’Unità d’Italia, avvenuta nel 1861. Da quel momento la famiglia reale si spostò prima a Firenze, e successivamente a Roma, nuove capitali del regno.
L’interno del palazzo ha numerose sale da ammirare, come la Sala del Trono, quella da Pranzo e quella da Ballo. Dall’interno si accede alla Cappella della Sacra Sindone, che si apre sulla navata del Duomo, nel retro della costruzione. La reliquia fu portata da Emanuele Filiberto a Torino nel 1578 e venne inizialmente collocata nella chiesa di San Lorenzo.
Il Duomo, rinascimentale in marmo bianco con un campanile quattrocentesco, rivolge la facciata verso la zona dell’antico Quadrilatero romano, con a destra la Porta Palatina e il mercato, che è uno dei più grandi d’Europa.
La spesa mattutina al mercato di Porta Palazzo, è una consuetudine dal 1825. Dal Lunedì al Sabato lo spazio enorme di Piazza della Repubblica si riempie di bancarelle colorate che vendono un po’ di tutto. La Tettoia dell’Orologio, un padiglione Liberty, ospita, oltre a formaggiai e macellai, anche i banchi dei contadini che da tradizione portano in vendita i loro prodotti dalle campagne circostanti.
La Porta Principalis Dextera, detta anche Palatina, è l’unica rimasta delle quattro porte che delineavano i primi confini del castrum dei romani, destinato a diventare la colonia Julia Taurinorum nel 44 a.C.
La posizione dell’accampamento fu voluta da Giulio Cesare nel 58 a.C. , in posizione strategica per l’accesso alle Alpi e alla Gallia.
Procedendo di fronte alla facciata del Duomo si raggiunge lo slargo IV Marzo, una gradevole zona di ritrovo con il giardinetto Bottero al centro. E’ una piazzetta vivace, animata giorno e notte, e ci sono numerosi ristoranti con tavoli all’aperto dove provare la cucina tradizionale del luogo.
Tornati in Piazza Castello possiamo dirigerci verso l’altro viale rappresentativo della città, Via Po, che conduce appunto al fiume più lungo d’Italia. Parallela a questa strada si trova Via Giuseppe Verdi, dove l’elegante sagoma della Mole Antonelliana svetta sui tetti delle abitazioni.
La Mole, edificio simbolo di Torino, nacque dall’idea del fantasioso Alessandro Antonelli ed era destinata inizialmente ad essere la sinagoga della città, ma per via dei costosi lavori di realizzazione, fu successivamente venduta dalla comunità ebraica al Comune di Torino, che decise di innalzarla nelle forme che oggi possiamo vedere.
All’interno ospita il Museo del Cinema e altre mostre temporanee; un ascensore conduce fin sulla cima da dove è possibile ammirare il panorama sulla città.
Prima sono passato davanti alla Mole Antonelliana, l’edificio più geniale che sia mai stato costruito. Stranamente non ha ancora un nome, in virtù di una spinta assoluta verso l’alto, non ricorda niente di simile eccettuato il mio Zarathustra. L’ho battezzata Ecce Homo, e mentalmente l’ho circondata di un enorme spazio libero…
da una lettera di Nietzsche all’amico compositore Heinrich Koselitz,
30 Dicembre 1888
Giunti nell’ampia e ariosa Piazza Vittorio Veneto vedremo sul fondo, al di là del ponte Vittorio Emanuele I, la Chiesa della Gran Madre di Dio ispirata al Pantheon di Roma, con alle spalle il Monte dei Cappuccini.
A questo punto possiamo procedere lungo il fiume e raggiungere il Parco del Valentino, immensa zona verde sulle sponde del Po.
All’interno ci sono fontane, vialetti e locali per il ristoro.
Sono 50 ettari di verde disegnati dal paesaggista Barillet-Deschamps, un tesoro prezioso in una città.
Nato come parco reale fu poi aperto al pubblico nel 1854.
Torino non è un luogo che si abbandona… Qui l’autunno è stato un Claude Lorrain pemanente. Mi sono chiesto spesso se una cosa del genere sia davvero possibile sulla Terra
da una lettera di Nietzsche alla signorina Meta von Salis, 14 Novembre 1888
All’interno del parco si trova il Castello del Valentino, patrimonio Unesco in quanto Residenza Sabauda. Era la splendida villa fluviale del duca Emanuele Filiberto. Fu ampliato nell’Ottocento, oggi ospita la Facoltà di Architettura.
Il Parco del Valentino è il luogo ideale per rilassarsi nella natura fra una camminata e l’altra. Dai vialetti possiamo ammirare le acque del grande fiume Po, che scorre proprio a fianco.
E’ un luogo romantico, adatto per una gita in risciò, un pic-nic sul prato o per restare comodamente seduti ai diversi bar o ristorantini.
Altri angoli tipici di Torino da visitare sono Via Garibaldi, con i numerosi negozi e la gradevolissima Piazzetta del Santuario della Consolata, dove possiamo concederci il tipico bicerin nel locale aperto nel 1763 e frequentato abitualmente dal Conte Camillo Benso di Cavour.
Il bicerin è una storica bevanda torinese a base di caffè, cioccolato e crema di latte, e in questo antico locale, chiamato appunto al Bicerin, si può gustarne la ricetta originale.
La piccola caffetteria, oltre al conte di Cavour, ha avuto fra i numerosi clienti illustri, Gianni Agnelli, Umberto Eco, Dumas e Puccini. Anche gli ultimi Savoia, Umberto II e la regina Maria Josè, passarono dal Bicerin prima di ritirarsi in esilio nel 1946.
11 aprile, sabato. Tempo sereno. In piedi presto per vedere il Monte Rosa dalla strada. L’ho visto. Fatta colazione a base di cioccolata sulla banchina del Po. Torino è famosa per la cioccolata.
da Italian notebooks, di Herman Melville, 1856
Se rimanete qualche giorno, non perdetevi una passeggiata notturna per la città, che è egregiamente illuminata. La suggestione è garantita.
Trovo che qui valga la pena di vivere sotto tutti gli aspetti. Il caffè nei migliori locali, un bricchetto di una bontà rara, veramente di prima qualità, come non l’avevo mai assaggiato. La mia camera, posizione di prim’ordine in centro, sole dalla mattina al pomeriggio, vista su Palazzo Carignano, sulla piazza Carlo Alberto e in lontananza sulle verdi montagne…
da una lettera di Friederich Nietzsche a Heinrich Koselitz
Torino, 30 Ottobre 1888