Versailles

Luigi XIV di Francia, l’appassionato Re Sole, era rimasto affascinato dalla bellezza dei palazzi italiani e dal castello di Vaux-le-Vicomte, di proprietà del marchese di Belle-Isle, sovrintendente alle Finanze.

Quest’uomo ricchissimo, nell’estate del 1661, aveva organizzato una festa in suo onore. 

Il giovane re fu colpito nel vedere il bellissimo castello del marchese, e da allora iniziò a sognare una sua reggia, il suo posto da sogno, che poi sarebbe diventato il castello di Versailles.

Versailles
Castello di Versailles

L’amore per l’arte e la paura di rivolte da parte della popolazione, lo indussero a volersi allontanare da Parigi per rifugiarsi in una dimora dove avrebbe potuto dare sfogo ai suoi ideali romantici e artistici. Il luogo scelto fu appunto Versailles, la residenza di caccia di suo padre Luigi XIII.  

La facciata principale del castello sulla Piazza d'Armi
La facciata principale del castello sulla Piazza d’Armi

Luigi XIV fu più volte scoraggiato dai suoi consiglieri: circondata da paludi, senza panorama e dalle fondamenta malferme, questa residenza non era l’ideale per intraprendere una così grande impresa. Ma lui fu irremovibile: il castello sarebbe stato a Versailles.

Il re volle che l’antico palazzo venisse preservato al centro della reggia, che poi sarebbe stata ampliata da padiglioni circondati da giardini.

I lavori furono affidati agli stessi artisti che avevano creato il castello di Vaux-le-Vicomte: l’architetto Le Vau, il giardiniere Le Nôtre e il decoratore Charles Le Brun.

Le ricche decorazioni del Castello di Versailles
Le ricche decorazioni del Castello di Versailles

Gli interni arredati da Le Brun ostentavano il massimo del lusso: le stanze erano decorate da mobili in argento, lampadari di cristallo e orologi d’oro. C’erano pareti rivestite con arazzi, tappezzerie preziose e pannelli in marmo di Carrara; perfino i comignoli erano ricoperti di rame dorato. Artigiani fiamminghi e italiani introdussero l’intarsio con oro e madreperla nei mobili della Corte e venne creata la Manifattura reale dei Gobelins, che sotto il controllo di Le Brun cominciò a produrre tessuti e artigianato siglato dalla corona. Ebbe così inizio lo stile francese nell’arredamento. 

Luigi XIV si occupava personalmente dell’andamento dei lavori. Estremamente curioso, voleva conoscere anche i minimi particolari riguardanti il procedere dell’impresa, che costò alle casse dello stato un’immensa fortuna.

Versailles, i giardini
Versailles, i giardini

La prima grande festa che si tenne a Versailles fu nel 1664, nei giardini della reggia ancora non ultimata. In quell’occasione il giovane Moliére rappresentò alcune commedie. La corte si stabilì definitivamente al castello nel maggio del 1682 e da quel momento il sovrano, nonostante le impalcature e i detriti che ancora vi si trovavano, dichiarò Versailles sede del governo della Francia.

castello di versailles

Ebbe così inizio quella vita fastosa illustrata da incisioni e dipinti e descrittaci nei dettagli da decine di lettere di cortigiani.

Tutto era improntato da una rigidissima etichetta: ogni giorno il re veniva svegliato alle 8 dal primo valletto di camera, che dormiva al di là della ruelle, la zona delimitata dalla balaustra dorata ai piedi del letto. Poi iniziava il Grand Lever, il cerimoniale per la vestizione e toelette del re, durante il quale il monarca poteva ricevere ambasciatori e conversare con i nobili prescelti.

Le giornate trascorrevano secondo ritmi ben scanditi che prevedevano passeggiate nel parco, caccia, balli, cene sontuose, giochi a carte e fuochi d’artificio sul Canal Grande, un canale artificiale che era stato scavato nei giardini, ad imitazione di quello di Venezia. C’erano anche autentiche gondole fatte arrivare direttamente dalla Serenissima. 

Il castello di Versailles, particolare da un'incisione del XVIII secolo
Il castello di Versailles, particolare da un’incisione del XVIII secolo

L’aristocrazia francese, su invito del re, lasciava i bei palazzi parigini per andare a vivere in stanzette scomode della reggia pur di essere partecipi a quella monotona vita dorata. Ciò che importava era essere presenti e far parte a pieno titolo di quella società frivola e superficiale.

E intanto Luigi, consapevole o meno, teneva tutti a bada governando a piacimento negli affari di Stato.

Solo le favorite di turno arrivarono a svolgere un ruolo influente nel cuore dei sovrani di Versailles. Furono in particolare la marchesa di Montespan e la Maintenon per Luigi XIV e madame de Pompadour per Luigi XV.

Madame de Pompadour instaurò con il re Luigi XV un legame così forte da durare per quasi venti anni e fu la donna più potente del XVIII secolo. Per le favorite furono costruiti il Grande e il Piccolo Trianon, dépendances dove potersi appartare lontano dagli sguardi curiosi dei cortigiani.

In questa cornice di poteri e tradimenti, le legittime mogli di Luigi XIV e Luigi XV, Maria Teresa di Spagna e Maria Leszczynska di Polonia, mantennero un comportamento rigoroso e sopportarono le umiliazioni del tradimento con spirito di rassegnazione.

Camera di Maria Antonietta
Camera di Maria Antonietta
Maria Antonietta ritratta con i figli
Maria Antonietta ritratta con i figli

Non fu questo il caso della terza regina di Francia: l’arciduchessa Maria Antonietta d’Asburgo Lorena.

Figlia di Maria Teresa d’Austria e Francesco Stefano di Lorena, arrivò a Versailles a soli 14 anni come moglie del delfino Luigi XVI. Descritta come capricciosa ma in fondo profondamente infantile, si circondò di una corte di giovani spregiudicati inimicandosi molti dei nobili e arrivando a scacciarne quelli a lei più antipatici. Alcuni lasciarono il palazzo offesi dai suoi scherzi puerili e un po’ crudeli. Proprio per il suo temperamento e le spese folli, che il re non riusciva a tenere a bada, non fu mai amata dal popolo. Le sue proverbiali parrucche, con impalcature metalliche che si alzavano mostrando teatrini, le scarpe in raso, i gioielli e le spese in arredamento, irritarono la popolazione, che pressata da anni di continui rincari del grano si ribellò contro gli ultimi regnanti dando inizio alla Rivoluzione.

Si concluse così quel periodo della storia della Francia denominato Ancien Régime, che era iniziato con la monarchia assoluta dei Valois e continuato con quella dei Borbone. 

Galleria degli Specchi, Versailles
Galleria degli Specchi, Versailles

Il castello di Versailles, rimasto a testimonianza di quell’epoca, racchiude tesori di grande valore artistico e architettonico come la splendida Galleria degli Specchi, illuminata da 17 grandi finestroni che danno sul parco.

galleria degli specchi versailles

Il grande salone delle feste è praticamente lo stesso dai tempi in cui centinaia di cortigiani ballavano alla luce di tremila candele accese. 

La Galleria degli Specchi in una tempera dell'epoca che raffigura un ballo in costume
La Galleria degli Specchi in una tempera dell’epoca che raffigura un ballo in costume

“Si andò sul canale in gondola seguiti da musici, e si tornò verso le dieci; ci aspettava uno spettacolo che durò fino a mezzanotte.

Ai rintocchi della mezzanotte ci venne servita la cena: ecco mia cara come ho trascorso il sabato.”

 Marchesa de Sévigné, Lettere, 1676

Versailles, la stazione ferroviaria
Versailles, la stazione ferroviaria

Il castello di Versailles è raggiungibile in pochi minuti dal centro di Parigi con la linea C della RER.

Il biglietto giornaliero per treni e metropolitane di città non è valido, ma è necessario acquistarne uno specifico per la regione dell’Île-de-France.

Versailles fa parte del patrimonio Unesco dal 1979.

Castello di Versailles
Castello di Versailles