Pienza, in Val d’Orcia, fu progettata nel XV secolo dall’architetto Bernardo Rossellino, allievo di Leon Battista Alberti, per volere di Pio II Piccolomini, il papa poeta e umanista, profondo estimatore di arte, natura e letteratura.
Enea Silvio Piccolomini era nato in quel luogo nel 1405, quando il borgo si chiamava Corsignano. Al paese sarà dato poi il nome di Pienza in suo onore.
Su un angolo del pianoro, nella parte che d’inverno guarda verso il sole nascente, sta un villaggio non molto conosciuto, ma con un’aria salubre, ottimo vino e tante buone cose da mangiare… In questo luogo Pio nacque e trascorse gli anni della fanciullezza
da I Commentarii, il diario di papa Pio II Piccolomini, libro secondo, 1462

Dopo un passato piuttosto turbolento, il Piccolomini venne sconvolto da una sincera e profonda crisi spirituale che lo avvicinò sempre più al vero senso religioso, pur non dimenticando i beni e le semplici piacevolezze della terra ma anzi vedendo in queste l’amore di Dio verso l’uomo. Pio presentò al Sacro Senato la proposta di elevare a città il suo borgo natale, cosa che venne decisa con grande approvazione di tutti, ed esso cambiò il nome da Corsignano a Pienza…
da I Commentarii di Papa Pio II, 1462
Era così innamorato della sua terra e di Pienza che, come scrive proprio lui nel suo diario, alcuni insinuarono che qualsiasi pretesto era buono per tornare lì.
C’erano alcuni che dicevano che voleva andare a Siena, non a Mantova; che il congresso di Mantova era un pretesto per consentirgli di fermarsi durante il viaggio a Siena…
dai I Commentarii, libro secondo, Pio II Piccolomini

Bernardo Rossellino, l’architetto scelto per la realizzazione del suo sogno di città ideale, era nato a Settignano sulle colline di Firenze. Egli creò un nucleo centrale ideale, attraverso un insieme di edifici prospetticamente coordinati, come se fossero una stessa unità architettonica. Nel piccolo centro di Pienza, i palazzi sono disposti come in uno scenario teatrale, ma le vie sono leggermente contorte e la prospettiva è movimentata, in modo da armonizzare l’insieme che risultava così meno freddo. Il papa acquistò di propria spesa anche altri palazzetti che farà rimodernare ad uso dei canonici, e così fecero anche alcuni cittadini di Pienza e il cardinale di Arras, Giovanni di Jouffroi, insieme con quello di Pavia, Giacomo Ammannati Piccolomini, un parente del papa.

Sempre un po’ in contrasto con il governo di Siena per via di invidie e malintesi, il papa espone sinceramente il suo pensiero riguardante la situazione politica senese nel resoconto della sua vita, il diario personale dal titolo di Commentarii
Avvenne così che Pio, assunto al pontificato dopo la morte di Callisto, subito si prese cura della sua dolcissima patria. Sgominò egli i complotti che si preparavano contro Siena e spaventò con la sua autorità tutti i nemici della città… Riteneva inoltre che non si addicesse alla sua dignità che i Nobili, da cui anch’egli discendeva, fossero tenuti come servi nella sua patria. In previsione di ciò, i Senesi chiamarono al governo la famiglia Piccolomini, da cui Pio discendeva, ritenendo in questo modo che il papa non avrebbe avanzato più richieste. E invece Pio, che aveva a cuore non solo la sua famiglia, ma tutta la città, disse che se i Nobili non venivano chiamati al governo, era come se i Senesi non avessero fatto nulla
da I Commentarii, Pio II Piccolomini, libro secondo, 1461
Terminata la cattedrale di Pienza Pio così scrive ai priori e al capitano del popolo di Siena: Abbiamo ricevuto notizia che la chiesa di Pienza è finita e presto partiremo per procedere alla sua dedicazione. Ciò abbiamo voluto far sapere al vostro Senato. Addio
La brevità del messaggio scatenò numerose insinuazioni e quelli che avversavano il papa cominciarono ad agitarsi, a dire che c’era sotto qualche insidia. L’energico papa Pio procede con la consueta sincerità scrivendo sul diario personale le sue motivazioni e impressioni al proposito vogliono provocare un conflitto fra noi e la nostra patria coloro che da tale discordia aumentano il loro potere. Non ci riusciranno. Noi andremo avanti e beneficeremo la città che ci ha dato i natali e la popolazione di Siena, anche contro la sua volontà.
da I Commentarii, il diario personale di Papa Pio II Piccolomini, libro ottavo, 1462

All’interno della Cattedrale del piccolo paese di Pienza, nulla è cambiato dal giorno dell’inaugurazione, avvenuta il 29 Agosto 1462. Armoniosa, semplice ed elegante, la bella cattedrale di Pienza è rimasta proprio come allora. Alle pareti niente affreschi, ma pale d’altare affidate ai migliori pittori senesi del periodo. Le cinque pale collocate sugli altari perimetrali sono ancora là, ognuna a rappresentare lo stile e la personalità degli importanti autori. Il papa ne era entusiasta e volle che tutto fosse fatto secondo il suo sentimento e apprezzamento.

In quel giorno la chiesa illuminata dal sole che filtrava dalle grandi finestre, apparve così perfetta che papa Pio II emanò una bolla di scomunica contro chiunque in futuro ne avesse alterato la costruzione.
Pio vescovo, servo dei servi di Dio, a futura memoria… in questo tempio che abbiamo fatto costruire e dedicato alla beata vergine Maria, madre del nostro Signore e Dio… nessuno seppellisca dei morti nella chiesa ad eccezione delle tombe assegnate ai sacerdoti e ai vescovi; nessuno violi il candore delle pareti.. dipinga affreschi.. eriga nuove cappelle o nuovi altari; nessuno modifichi la forma di questa chiesa, sia di quella superiore sia di quella inferiore..
da I Commentarii di Papa Pio II, Libro Nono, 16 Settembre 1462

La Chiesa, con l’interno a tre navate e le grandi vetrate ricche di ricami, venne chiamata da Pio II, Domus Vitrea, per le eleganti finestre simbolo dell’illuminazione umanistica. Egli volle che fosse costruita su esempio delle Hallenkirchen, le cattedrali gotiche che aveva tanto ammirato durante i suoi viaggi in Germania e Austria. Si ispirò comunque, anche agli antichi templi di epoca romana.
La facciata del tempio… presenta l’aspetto dei templi antichi, magnificamente adorna di colonne, archi e nicchie che possono accogliere delle statue. Ci sono tre porte armoniosamente proporzionate, quella in centro più ampia delle altre, e un grande rosone, che sembra l’occhio di un ciclope; ci sono quindi lo stemma dei Piccolomini e sopra questo la tiara papale..
da I Commentari, libro nono

Nella piazza della Cattedrale di Pienza si trovano il Palazzo Comunale, il Palazzo Borgia, costruito da Rodrigo, futuro papa Alessandro VI, e quello della famiglia Piccolomini, con il bel cortile, i giardini pensili e gli arredi originali, compresa la stanza del papa, che era solito trascorrervi lunghi periodi. Nei Commentarii Pio descrive minuziosamente e con entusiasmo il palazzo.
Chi entra nel palazzo per la porta principale si trova in un alto e ampio peristilio, che circonda un cortile quadrato, con colonne ricavate da un solo blocco… Se gira a destra si troverà di fronte uno scalone che porta alle camere del secondo piano.. da questa sala si passa in un oratorio e alle stanze del lato orientale, cioè a tre camere da letto, l’ultima delle quali comunica come abbiamo detto con la sala delle sei porte che si affaccia sulla loggia. Questa era la camera da letto del pontefice. Tutte le stanze da letto erano provviste di camino e di ogni altra struttura necessaria
da I Commentarii, libro nono

Chi si affaccia dalle stanze più alte verso occidente gode di una vista che si spinge fino a Montalcino e Siena… A chi si affaccia a settentrione e aguzza ancor più lo sguardo può arrivare a vedere l’Appennino e scorgere Cortona alta su un colle, non lontano dal lago Trasimeno ... Le tre logge che ricevono il sole da mezzogiorno chiudono il loro orizzonte, come abbiamo detto, con l’Amiata, una montagna altissima e boscosa..
Oltre il loggiato e le cucine si stendeva fino alle mura della città uno spiazzo grande quanto quello del palazzo. Qui fu deciso di collocare il giardino…
Dal diario del papa Pio II, I Commentarii, anno 1462
Il palazzo Piccolomini, intatto nella sua purezza di inizi Rinascimento, nel 1968 ha fatto da scenografia ad alcune sequenze del film Romeo e Giulietta di Franco Zeffirelli.

L’architetto Bernardo Rossellino fu vittima di molte insinuazioni per il costo dovuto per l’edificazione della Chiesa, che superò di molto quanto era stato previsto a causa di problemi alle fondamenta degli edifici.
Furono cercate nelle viscere della terra delle basi per poggiarvi le fondamenta della costruzione e solo a stento furono finalmente trovate, a centootto piedi di profondità… L’architetto pensò che la crepa fosse dovuta al ritirarsi della calce nel processo di indurimento, e ritenne che non si dovesse temere per la struttura dell’edificio. Il tempo mostrerà se è vero.
da I Commentarii di Pio II, 1462
Considerata poi l’eterna rivalità fra Siena e Firenze, ed essendo il Rossellino nato a Settignano, sulle colline di Firenze, le accuse furono ancora più criticate dai Senesi.
Molte insinuazioni giunsero al pontefice contro l’architetto… Tutti, mentre era assente, lo criticavano… Aveva fatto un preventivo di diciottomila ducati spendendone poi più di cinquantamila e perciò secondo la legge degli Efesi, come dice Vitruvio, doveva risarcire lui stesso la differenza della spesa
Da I Commentarii, libro nono

Una volta al cospetto del papa, intimorito per la reazione, il povero Bernardo fu invece rassicurato dalla solita ironia di Pio, che pronunciò queste parole:
Bene hai fatto, o Bernardo, dicendoci il falso sulla spesa dell’opera. Se infatti ci avessi detto la verità, non ci avresti mai convinto ad affrontare una simile spesa e ora non esisterebbero questo nobile palazzo e questa cattedrale.. Noi ti ringraziamo e ti consideriamo meritevole di grande onore fra tutti gli architetti del nostro secolo…
E ordinò che gli fosse pagata tutta la sua mercede e in più cento ducati e una veste scarlatta…
da I Commentarii, libro nono
Il papa Piccolomini, che come al solito, nel suo diario personale scrive in terza persona, conclude la vicenda riportando l’emozione del Rossellino, che al sentire queste parole, pianse per la gioia.



Girando per la deliziosa cittadina di Pienza si potranno acquistare gli ottimi prodotti dell’eno-gastronomia locale. Fra questi ci sono il vino Montecucco e il famoso formaggio pecorino.
Il pecorino di Pienza, dall’intenso sapore e profumo, si ottiene dal latte di pecora di razza sarda e viene stagionato in barriques di rovere. Il suo trionfo si ha annualmente ai primi di Settembre, durante la Fiera del Cacio.
Il centro storico di Pienza è iscritto nella lista dei Patrimoni dell’Umanità dal 1996. Anche la campagna della Val d’Orcia è sito Unesco dal 2004.

A breve distanza da Pienza si può visitare Montepulciano, la cittadina nota per i numerosi palazzetti rinascimentali e per il Tempio di San Biagio, edificato dal papa Leone X in ricordo dell’amicizia che legava suo padre, Lorenzo il Magnifico, ad Agnolo Ambrogini, nativo della cittadina e conosciuto appunto come Il Poliziano, dal nome del luogo di nascita Montepulciano.

