Goethe a Roma

Nascosto in una cameretta del Palazzo Moscatelli, in Via del Corso a Roma, il ministro Johann Wolfgang von Goethe era finalmente giunto nella città che aveva sognato per tutta la gioventù. Qui poteva provare a sentirsi libero dai pensieri e dalle preoccupazioni che lo angustiavano da qualche anno.

piazza di spagna carrozze roma
Piazza di Spagna, Roma

Perdonatemi il segreto: il viaggio, per così dire, misterioso che ho fatto fin qui! Non osavo dire a me stesso dove andavo... Finalmente sono arrivato in questa capitale del mondo!

da Viaggio in Italia di Johann Wolgang Goethe, Roma, 1 Novembre 1786

L’Italia era stata la meta sognata fin dall’infanzia, fin da quando suo padre, Johann Caspar Goethe, dopo un viaggio in Italia nel 1739, aveva riempito la casa di Francoforte sul Meno di vedute di Roma e Venezia, di gondole e souvenir, trascorrendo le serate a raccontare le appassionanti vicende e a imparare l’Italiano, lingua in cui avrebbe successivamente scritto il suo Viaggio per l’Italia.

Io mi lusingo di essere forse il primo che offre una descrizione dell’Italia nella lingua del paese stesso… molti altri solo in parte hanno scritto e lasciato annotazioni di qualche luogo, ed erano pure Italiani di nazione… Non esiste paese nell’universo, che contenga tante cose belle in ogni genere come l’Italia

da Viaggio per l’Italia di Johann Caspar Goethe, padre di Wolfgang

ritratto di goethe casa museo roma
Ritratto di Goethe eseguito a Roma
Busto di J.W.Goethe casa museo roma
Busto di J.W.Goethe, casa museo Roma

La sua predilezione per la lingua italiana e per tutto ciò che aveva a che fare con quel paese, era molto pronunciata… passava buona parte del suo tempo sul resoconto di quel viaggio, scritto in Italiano, che copiava di suo pugno procedendo con lentezza e precisione

J.Wolfgang Goethe a proposito del padre, da Poesia e Verità, 1831

Anche il giovane Johann Wolfgang Goethe prendeva lezioni di Italiano. Al primo arrivo in Italia si esprime infatti così

Eccomi dunque a Rovereto dove la lingua muta decisamente... L’oste non parla tedesco e devo mettere alla prova i miei talenti linguistici. Come sono lieto di sentire vivente e in uso questa lingua prediletta!

da Viaggio in Italia di J.W. Goethe, Rovereto, 11 Settembre 1786

Wolfgang Goethe era partito per l’Italia il 3 Settembre 1786. Poche persone erano al corrente del progetto di viaggio, fra queste c’era il duca Carlo Augusto di Weimar Sassonia, un sovrano illuminato che al Congresso di Vienna si era battuto per assecondare il volere dei popoli. Goethe lavorava come suo consigliere e ministro, ed ebbe il benestare per il periodo di assenza. Sotto il falso nome di Jean Philippe Möller, Goethe si presentava in Italia come un commerciante di Lipsia di 32 anni (ne aveva 37).

Sento che porterò con me tanti tesori e non per me solo. Essi potranno servire ad altri d’insegnamento per tutta la vita.

L'appartamento di Tischbein, oggi Casa museo dedicata a Goethe, in via del Corso 18 a Roma
L’appartamento di Tischbein, oggi Casa museo dedicata a Goethe, in via del Corso 18 a Roma

Arrivato a Roma, dopo aver trascorso la prima notte nella Locanda dell’Orso, contattò l’amico con il quale intratteneva da qualche anno una corrispondenza epistolare, il pittore Johann Heinrich Wilhelm Tischbein, che non conosceva di persona. Tischbein lo ospitò nell’appartamento che condivideva con altri due artisti, Johann G. Schutz e Friedrich Bury. A lui Goethe faceva arrivare la posta proveniente dalla Germania da parte di quelle pochissime persone che furono informate della sua residenza.

In realtà, lungi dall’essere in incognito, Goethe era attentamente sorvegliato dalla corte degli Asburgo, i quali temevano fosse in missione segreta, e comunque probabilmente, era sotto l’occhio osservatore anche di altri in Italia. Goethe era un personaggio politico di spicco e i suoi scritti già alimentavano controversie. Esistono vari carteggi che riportano tutti i movimenti effettuati dallo scrittore, vengono annotati i luoghi visitati, quello che ha mangiato, ciò che ha visto, dove si è recato e chi ha incontrato. Lui, troppo intelligente per non sospettare questo, viveva comunque in gioiosa tranquillità appagato in quel suo antico desiderio, e immerso in un’atmosfera densa di stimoli, ideale per la sua mente geniale e curiosa.

Vicoli di Roma
Vicoli di Roma

Le carte dei pagamenti dimostrano che contraccambiava l’ospitalità ricevuta occupandosi dei conti di tutti gli artisti coinquilini, con i quali poteva parlare di letteratura, arte e scienza. Un rinnovamento che fu un toccasana per lui.

In Italia Goethe iniziò di nuovo a scrivere, si innamorò, visitò città, musei e giardini. Qui trovò ispirazione per la sua teoria dei colori, e ammirando la luce e la natura, elaborò numerose intuizioni che furono anticipatrici delle teorie evolutive. Goethe pensava che attraverso la passione e l’osservazione attiva delle cose, si riuscissero a trovare i collegamenti fra gli elementi, le leggi primarie originarie di tutto, e che quegli archetipi nascosti potessero essere rivelati soltanto da una mente attenta, sensibile e intuitiva come quella degli artisti.

Come potrei riconoscere che questa o quella è una pianta, se non corrispondessero tutte a un unico modello?… Tutto è foglia. Attraverso questa semplicità diviene possibile la più grande molteplicità

Colonna Traiana, Via del Corso, Roma
Colonna Traiana, Via del Corso, Roma

Goethe ricordò in seguito il periodo italiano come il più felice della sua lunga vita. In Germania, la fama del suo romanzo I dolori del giovane Werter, lo opprimeva. Aveva scritto anni prima quel dramma in conseguenza a un fatto che lo aveva sconvolto, il suicidio di un amico per una delusione amorosa. In questo modo sfogava nella sua arte i malesseri e le ansie che lo angosciavano.

Riflettevo senza mai stancarmi sulla fugacità delle passioni, sulla mutabilità della natura umana, sulla sensibilità morale… cercavo di scaricare quanto mi tormentava in un Lied, in un epigramma, in una qualche poesia che, riferiti com’erano ai sentimenti più intimi e a particolarissime circostanze, oltre che a me stesso non interessavano quasi a nessunoScrissi il Werther in quattro settimane, senza avere mai messo prima nero su bianco uno schema… Avevo scritto quel libretto quasi inconsciamente, come un sonnambulo, e rimasi io stesso stupito… Mi sentivo come dopo una confessione generale, legittimato a iniziare una nuova vita

da Poesia e Verità di J.W. Goethe, 1831

Cercando di sviscerare i sentimenti, di ridicolizzare e ironizzare sugli argomenti, il suo intento era quello di scaricare la rabbia e sviare dagli atteggiamenti negativi, cosa che fu male interpretata da molti. Ho ucciso Werter per non far morire me stesso dichiarò in seguito.

Poi c’era il lavoro come consigliere, con le molte responsabilità, e non per ultimo, l’amore per Charlotte von Stein, scrittrice tedesca sposata, dama di corte a Weimar, con la quale aveva un’intensa intesa spirituale, un amore platonico, soffocante e tormentato.

Casa museo Goethe, Roma

Nell’appartamento di Tischbein, di proprietà di una coppia di cocchieri, ritrovò la tranquillità. L’ambiente era stimolante e semplice, quello che ci voleva per lui.

I padroni di casa sono un’anziana coppia, gente per bene che fa tutto da sé e ci tratta come figli. Ieri si disperarono vedendo che non mangiavo la zuppa di cipolle e avrebbero voluto subito preparare qualche altra cosa

Agli amici di Weimar, 1 Novembre 1786

casa museo goethe roma
Casa museo Goethe, Roma
Goethe nella campagna romana, Tischbein, 1786
Goethe nella campagna romana, Tischbein, 1786

Goethe prese alloggio nella stanza sul dietro. Era sereno, basta guardare i disegni realizzati dagli artisti coinquilini che lo ritraggono in pantofole mentre rifà il letto, dondolando sulla sedia, gambe all’aria sul divano o affacciato alla finestra sbirciando il via vai sottostante.

Mi sento a casa. Tischbein mi rende facile e gradevole ogni cosa, è un uomo davvero buono e intelligente

Da una lettera a Carl Ludwig Von Knebel, 17 Novembre 1786

Veduta sui Fori dal Campidoglio
Veduta sui Fori dal Campidoglio

E poi fuori c’era Roma, con i suoi antichi monumenti, le romantiche rovine e una natura favorevole che invitava a sognare

Passeggiare per Roma in pieno chiarore lunare è cosa talmente bella che chi non l’ha vista, non può farsene un’idea… Sono già tre notti che ci godiamo questo spettacolo splendido e luminoso, spettacolo che davanti al Colosseo supera qualunque immaginazione

Da Viaggio in Italia, 2 Febbraio 1787

Dal canto suo Tischbein scrive così all’amico Johann Kaspar Lavater

Si immagini la gioia indescrivibile che ebbi alcune settimane fa, Goethe venne qui da me inaspettatamente e ora abita nella stanza accanto a me, dunque godo da mattino a sera della compagnia di quest’uomo di rara intelligenza. Ciò che pure mi fa molto piacere è la sua vita semplice. Mi richiese solo una cameretta in cui potesse dormire e lavorare indisturbato e un cibo semplicissimo che potetti procurarmi facilmente, perchè egli è soddisfatto con poco

Roma, 9 Dicembre 1786

Casa museo Goethe, Roma
Casa museo Goethe, Roma

Quella cameretta è oggi visitabile grazie alla passione dei suoi connazionali, si tratta dell’unico museo tedesco fuori dalla Germania. La Casa museo di Goethe, inaugurata nel 1997, si trova in Via del Corso al n.18. Già dal 1977 esisteva qui un piccolo museo commemorativo che era gestito dal Freies Deutsches Hochstift di Francoforte, ma nel 1982 aveva chiuso i battenti per gli elevati costi di gestione, che erano sostenuti da privati. Sollecitato sia da parte italiana che tedesca, il Governo Federale si impegnò nel 1983 a sostenere e conservare l’appartamento, che venne acquistato e ristrutturato. Adesso è gestito dall’AsKI, l’Associazione Tedesca degli Istituti di Cultura Autonomi.

Ingresso al palazzo Moscatelli, via del corso 18 roma
Ingresso al palazzo Moscatelli

Nella casa-museo si trovano alcuni ricordi del viaggio italiano di Goethe, compreso stampe, quadri, lettere e le copie dei lavori a lui dedicati dai coinquilini. C’è poi il ritratto originale di Goethe fatto da Andy Warhol nel 1982 ispiratogli dal celebre dipinto di Tischbein, quello che ritrae Goethe in dimensioni reali nella campagna romana e che qui è presente in copia. L’originale si trova a Francoforte sul Meno.

Ritratto di Goethe di Andy Wahrol, casa museo Roma
Ritratto di Goethe, Andy Wahrol

La piccola stanza di Goethe ha ancora i soffitti autentici, gli stessi che guardava lui dal suo letto, vicino al quale aveva posizionato una enorme riproduzione in gesso della testa di Giunone, copia di quella in marmo del I sec. d.C. esposta al museo del Palazzo Altemps a Roma. La testa faceva parte delle collezioni del cardinale Federico Cesi e nel 1600 venne acquistata dal cardinale Ludovico Ludovisi. E’ conosciuta infatti con il nome di Era Ludovisi.

Stanza di Goethe, casa museo Roma
Stanza di Goethe, casa museo Roma

L’opera ebbe una grande fama nel 1700, perchè veniva considerata come l’ideale perfetto della bellezza greca. Goethe descrive il fatto con la solita ironia:

Non ho potuto trattenermi dall’acquistare una testa colossale di Giunone. Posta di fronte al mio letto, ben illuminata, sicchè posso rivolgerle subito la mia devozione mattutina.

biglietto donna goethe casa museo

Non mancarono gli incontri amorosi in quel viaggio italiano. Nella casa museo, fra i resoconti di spese, gli acquerelli e i disegni, è esposto anche un fogliettino che Goethe aveva conservato da parte di una misteriosa donna, forse la stessa alla quale lui pagava i conti del ristorante, i quali annoverano dopo un certo periodo, un coperto in più.

Io vorrei sapere perché siete ieri sera andato a così via senza dirmi niente, io credo che vi siete pigliato collera…

L’espressione “a così” potrebbe far sospettare un’origine napoletana o straniera della ragazza, Napoli fu infatti una città che Goethe visitò dopo Roma e dalla quale venne molto colpito. Lo scrittore poi si spingerà fino a Palermo, cosa piuttosto inconsueta per l’epoca. Tischbein invece si fermerà a Napoli, dove sposerà una napoletana e diventerà Direttore dell’Accademia delle Arti, per poi rientrare in Germania nel 1808 ad Eutin, come pittore di corte.

Disegni di Salvador Dalì, ispirati al Faust, casa museo Goethe
Disegni di Salvador Dalì, ispirati al Faust, casa museo Goethe

Tornato in patria dopo due anni trascorsi in Italia, Goethe è ormai un uomo diverso. Quasi scostante e schivo rispetto all’ambiente sociale che lo circondava, rinunciò a tutti gli incarichi e iniziò una convivenza con una fioraia, Christiane Vulpius, una donna che successivamente sposò. La loro relazione non fu mai accettata dalla società elitaria di Weimar.

Goethe nel suo studio, Schmeller, 1831
Goethe nel suo studio, Schmeller, 1831
Ritratto di Christiane Vulpius
Ritratto di Christiane Vulpius, autore ignoto

Nel corso del viaggio Goethe aveva appuntato date e visite nel suo “Giornale di Viaggio e lettere alla Signora von Stein e ad Herder dall’Italia“, e successivamente, 30 anni più tardi, pubblicò a capitoli il celebre libro Viaggio in Italia, un capolavoro di osservazioni e introspezione e, nello stesso tempo, un prezioso documento storico dell’Italia del 1700. Il Giornale rimase inedito fino al 1886.

Scalinata di Trinità dei Monti dalla casa museo dei poeti romantici Keats e Shelley
Scalinata di Trinità dei Monti dal terrazzino della casa museo dei poeti romantici Keats e Shelley

Tutto è come io lo pensavo e tutto è nuovo. La stessa cosa posso dire per le mie idee e per le mie osservazioni. Non ho avuto nessun pensiero nuovo, non ho trovato niente che fosse del tutto estraneo alla mia mente, ma il vecchio è diventato così concatenato da sembrare nuovo.

Goethe è una figura fondamentale nella storia della Germania e dell’Europa. La sua ultima abitazione a Weimar, quella in cui visse più a lungo, ospita il Goethe Nationalmuseum e, insieme alla Casa-giardino e altre costruzioni, fa parte dei Patrimoni dell’Umanità dal 1998.