Nella Piazza del Campidoglio a Roma si trovavano i templi dedicati agli dei. Questo era il luogo sacro dell’antica Roma, l’equivalente dell’acropoli ateniese.
Sul Monte Capitolino, altro nome del Campidoglio, si riuniva il Senato romano in assemblea e qui venivano portati i condottieri vittoriosi salendo in trionfo dai Fori sottostanti. Il tempio più grande era quello di Giove Capitolino, dedicato alla triade capitolina composta da Giove, Giunone e Minerva, rispettivamente Tinia, Uni e Menrva degli Etruschi. Il tempio nei secoli subì molte devastazioni fino ad essere completamente distrutto dai Vandali nel 455 d.C.
Il Palazzo Senatorio fu costruito sulle rovine del Tabularium, l’archivio di stato dell’antica Roma che fu completato nel 69 a.C. Vi si conservavano le tavole in bronzo contenenti le leggi e i decreti. I resti del Tabularium sono facilmente riconoscibili osservando la costruzione dal Foro, in basso.


Dopo la caduta dell’Impero e per tutto il Medioevo, il luogo subì un periodo di degrado, tanto che venne chiamato Colle Caprino e adibito al pascolo degli animali.
Il Campidoglio aveva allora un’apparenza rustica e guerresca insieme, molto diversa da quella odierna: niente rampe o scalinate, si arrivava al palazzo senatorio, che aveva aspetto di fortezza, e al piazzale antistante, per poco agevoli sentieri che salivano le balze del colle fra case e cappelle…
da Cola di Rienzo di Francesco Mazzei
A partire dal XV secolo, sull’onda delle ristrutturazioni di Roma volute dai papi, il papa Niccolò V volle risistemarlo e affidò il compito a Bernardo Rossellino, l’architetto che ideò il borgo di Pienza in Toscana. Il Rossellino, nativo di Settignano presso Firenze, pensò ad uno spazio su pianta trapezoidale, così come in seguito farà per la piazza principale della piccola cittadina toscana.

Fu però Michelangelo nel 1540, a progettare l’attuale aspetto della Piazza del Campidoglio. Mantenne la forma a trapezio per esaltare la prospettiva, ma volse l’entrata verso la Basilica di San Pietro anzichè verso i Fori, ideando la doppia scala con la fontana che ha al centro la statua dedicata a Roma Trionfante raffigurante Minerva.
Fece poi costruire la cordonata, una scala dai gradini larghi per consentire l’accesso anche a cavallo, e disegnò i due palazzi simmetrici ai lati del Palazzo Senatorio. Il pavimento con la stella a 12 punte, così come l’aveva desiderato il grande artista, venne realizzato soltanto nel 1940.
A Michelangelo, Roma non deve soltanto il suo tempio, ma altresì la ricostruzione del Campidoglio. I due palazzi che sorgono sulla piazza del Campidoglio sono stati eretti su disegni suoi. Regnando Paolo III, era particolarmente in voga lo studio dell’architettura antica; s’era così formata, sotto la protezione del giovane cardinale Farnese, una società di dotti, di gentiluomini, di scrittori, che si proponevano di studiare Vitruvio, architetto romano, autore di un trattato di architettura dedicato ad Augusto. Anche il Vasari, durante il suo soggiorno romano, appartenne a questa società: e da lì pare gli sia venuta l’idea delle “Vite”
da Michelangelo di Herman Grimm, 1866


Michelangelo volle al centro della piazza la statua equestre di Marco Aurelio, che nel 180 d.C. si trovava in Laterano. Inizialmente si credeva che il raffigurato fosse l’imperatore Costantino, fondatore di Costantinopoli e protettore del Cristianesimo, e per questo nel 1538 fu istituita dal papato la nomina di custode del cavallo e la statua è stata una delle poche a salvarsi dalla fusione nei secoli successivi.
I nobili che ricevevano questa onorificenza, in cambio della protezione al monumento, ottenevano omaggi in natura come vino, pepe e cera. Era però il prestigio connesso, il premio più ambito. Quella che oggi vediamo nella piazza è la copia realizzata al laser, l’originale si trova nel limitrofo Museo Capitolino.
Al centro della piazza si eleva la statua di bronzo di Marco Aurelio. L’atteggiamento è naturalissimo: egli dà il segnale con la mano destra: è un movimento da nulla, che lo lascia calmo, ma che dà vita a tutta la sua persona. Sta per parlare ai suoi soldati, e certamente perchè ha qualcosa di importante da comunicare loro. Non è in atteggiamento da cavallerizzo, come la maggior parte delle statue moderne, l’antico è sempre semplice
da Viaggio in Italia di Hippolyte Taine, 1864

Prima di essere trasportata sul Campidoglio la statua aveva per lungo tempo adornato la piazza del Laterano. Là aveva assistito all’incoronazione di Cola da Rienzo a tribuno della plebe: dalle sue narici era colato il vino bianco e il vino rosso della festa. Michelangelo dimostrò che una statua equestre deve essere collocata, secondo il principio degli antichi, più in basso che si può. Non soltanto egli assegnò alla statua uno zoccolo di media altezza, ma fece abbassare il livello della piazza verso il centro, di modo che uscendo da uno dei palazzi del Campidoglio, si ha l’impressione di trovarsi allo stesso livello del cavallo di bronzo.
da Michelangelo di Herman Grimm, 1866
Nel XIV secolo il giovane e brillante Cola di Rienzo, (Nicola di Lorenzo) figlio del taverniere Lorenzo Gabrini e della lavandaia Maddalena, era appassionato di antichità e andava da tempo traducendo in volgare tutte le lapidi in marmo che vedeva in città. Nato nel rione Regola, in una casa modesta proprio davanti al Ponte Rotto, il più antico di Roma, Nicola era secondo alcuni, figlio di una relazione extraconiugale della madre con il re Enrico VII. Da sempre il bambino era stato affascinato dalla storia e dalle vecchie costruzioni. Di bell’aspetto e ottimo oratore, fece carriera come notaio e venne mandato alla corte papale di Avignone in qualità di ambasciatore. Tornato a Roma prese il comando della città insieme al Vicario di Orvieto con il benestare del papa. Nella Piazza del Campidoglio egli fece affiggere un quadro molto simbolico che intendeva esortare il popolo romano a liberare la città dal giogo dei baroni e dei disonesti. Vi era rappresentata una scena di mare in tempesta con al centro una barca, la città di Roma, circondata da animali che raffiguravano i baroni, i loro clienti e le persone dedite ad affari ingiusti.
Questa simbologia non era affatto complicata ma perfettamente adatta ad un pubblico che, se aveva bisogno dei meno incolti per la decifrazione degli scritti, era quanto mai ricettivo nella comunicazione per immagini tipica appunto del Medioevo
da Cola di Rienzo di Francesco Mazzei
Amatissimo dal Petrarca e da tutto il popolo romano, Cola venne nominato tribuno e fu noto per i suoi acclamati decreti di risanamento:
… Bisogna fornire il povero di pane e di quanto altro gli occorre per diventare un membro di quella predestinata aristocrazia civile che è il popolo romano… Ogni rione abbia il suo deposito di grano… La terra è ricchezza, va coltivata, non più terre incolte d’ora in poi, si torni a seminare in autunno e a mietere in estate…
Cola assunse le funzioni di rettore di Roma insieme al Vicario Raimondo di Viterbo in nome del papato che si trovava all’epoca ad Avignone. Infervorato e quasi impazzito per questo suo ruolo, che sentiva come ispirato dallo Spirito Santo, Cola si concesse molte libertà che lo fecero malvolere dalla curia e dai nobili, i quali molti aveva scacciato e costretto a rifugiarsi nei castelli di campagna. L’idea di una Italia libera e unita sotto il nome dell’antica Roma, appariva a molti come un’esagerazione e un’idea pericolosa.
Nel “Tribuno Augusto” Clemente VI non riconosceva più il giovanotto pieno di fieri entusiasmi, ma anche di sincera deferenza e osservanza pontificia che lo aveva tanto bene impressionato tre anni prima
da Cola di Rienzo di Francesco Mazzei
Il poveretto che per l’esasperazione si era trasformato in un tiranno, venne accusato dai nobili di tutti i peggiori crimini, e fu infine ucciso da una moltitudine che lo colpì impietosamente ai piedi del Colle del Campidoglio.



La facciata del Palazzo Senatorio sul Campidoglio è opera di Girolamo Rainaldi su disegno di Giacomo Della Porta. Sulla Torre Capitolina, eretta nel 1579 da Martino Longhi, si trova una statua raffigurante la Dea Roma, l’orologio sottostante è quello che inizialmente si trovava sulla facciata della Chiesa di Aracoeli, la basilica a fianco.
Per raggiungere Santa Maria in Aracoeli, evitando la ripida scalinata, si può procedere anche entrando dal lato sul retro del Palazzo Senatorio.
Questa basilica nel Medioevo era la prediletta dal popolo romano e prima della costruzione del Palazzo Nuovo, voluta da Michelangelo, aveva l’ingresso dalla piazza.


La bellissima chiesa dalle decorazioni barocche, ha origini leggendarie. Si dice sorga nel punto dove l’imperatore Augusto aveva fatto costruire un altare ispirato dalla Sibilla, che aveva previsto la nascita di Gesù.
All’interno, fra i molti monumenti, si conservano affreschi del Pinturicchio raffiguranti la storia di San Bernardino da Siena, un tempietto con le spoglie di Sant’Elena, madre dell’Imperatore Costantino, un meraviglioso pavimento a mosaico e la miracolosa statuetta in legno del Gesù Bambino, chiamata affettuosamente dai Romani “er pupo de Roma“.
La statuina, scolpita nel legno di un ulivo del Getsemani, era venerata da secoli ed è misteriosamente sparita nel 1994. Attualmente è stata sostituita da una copia.


Nella Piazza del Campidoglio si trovano molte statue di epoca imperiale, come i due leoni in basalto provenienti dall’Egitto e i Dioscuri (Castore e Polluce), protettori della Roma repubblicana. Entrambe sono sulla Cordonata.
Sul lato settentrionale del Colle Campidoglio c’è il Vittoriano, il complesso monumentale che celebra l’Unità d’Italia e il suo primo re, Vittorio Emanuele II di Savoia. Luogo simbolico e suggestivo, fu disegnato da Giuseppe Sacconi e realizzato a partire dal 1885. E’ conosciuto anche con il nome di Altare della Patria.

La mole del colossale monumento intende rievocare i fasti degli antichi templi di Roma. I bassorilievi alla base rappresentano le più illustri città italiane. Sotto la Statua di Roma al centro, c’è la tomba del Milite Ignoto, in memoria dei caduti della Prima Guerra Mondiale.
Il 2 Giugno di ogni anno, festa della nascita della Repubblica Italiana, il monumento viene omaggiato dalla presenza del Presidente della Repubblica, che dopo una parata sulla Via dei Fori Imperiali, depone una corona di alloro alla tomba del Milite Ignoto.


Dalle terrazze dei giardinetti a fianco del Palazzo Senatorio e scendendo in basso a lato della Lupa Capitolina, si costeggiano stupende vedute dei Fori Imperiali. Un percorso da non perdere.
Il Palazzo Senatorio in Campidoglio è ancora oggi il nucleo fondamentale della vita di Roma in quanto sede del Sindaco e del Comune. I palazzi ai lati ospitano i Musei del Campidoglio o Capitolini, che conservano una delle collezioni più spettacolari al mondo di sculture antiche.
In basso, sotto al Colle, c’è un’interessante zona chiamata Insula dell’Ara Coeli, una zona di tabernae e appartamenti su più piani, risalenti al II secolo d.C. e rimasti eccezionalmente indenni nonostante le numerose demolizioni avvenute in quest’area in tutte le epoche successive.
Probabilmente vi si trovavano luoghi degni di essere conservati. Forse la casa di San Pietro, o chissà chi…
