Siena

Siena è una bella città medievale circondata da un paesaggio davvero pittoresco, con le colline del Chianti a nord e la Val d’Orcia a sud. Visitare Siena soprattutto nel dopocena, quando le strade sono quasi deserte e i palazzi illuminati da luci rosseggianti, è un’esperienza che ci porterà indietro, alle epoche medievali.

Giunsi di sera tardi, alla luce di una luna magnifica, e mentre mi preparavano il letto nella locanda, andai fuori a passeggio… Non c’era nessuna presenza umana che potesse rammentarmi l’anno in corso, così, con l’aiuto del chiaro di luna, trascorsi una mezz’ora rapito da una visione immaginaria dell’Italia medievale

Siena, 1873, da Italian Hours di Henry James

Piazza del Campo, Palazzo Comunale
via di città siena
La medievale Via di Città

La città ha origini misteriose. Secondo una leggenda venne fondata dai figli di Remo, Senio e Aschio. Fu in particolare Senio a dare origine alla costruzione di Siena, che appunto da lui prende il nome. E dai cavalli dei due fratelli, uno bianco e uno nero, derivano i colori della sua semplice balzana. Un’altra leggenda tramanda invece la fondazione della città da parte della famiglia etrusca dei Saina, che successivamente passò ai Romani con il nome di Saena Julia, datole direttamente dall’imperatore Augusto. Per queste ragioni la città è ricordata spesso come figlia di Roma e ha per simbolo, come Roma, una lupa.

Il cuore di Siena è la bella Piazza del Campo, voluta nel 1300 dal governo dei Nove Podestà in un luogo dove si tenevano i mercati e i tornei. Si entra nella piazza da scalette e stretti vicoli fra gli alti palazzi. Molte di queste viuzze portano ancora i nomi medioevali: Chiasso Largo, Vicolo dei Pollaioli, Chiasso de’ Setaioli, Vicolo dei Borsellai... Il centro storico di Siena è tutelato dall’Unesco dal 1995

Una città conservata in questo modo è come una Pompei medievale. Si sale e si scende attraverso viuzze erte e strette, lastricate di pietra, fiancheggiate da case monumentali. Alcune di esse hanno ancora la loro torre…

Hippolyte Taine, in visita a Siena nel 1864

E’ la città d’Italia rimasta più intera: una città del Medio Evo… La meraviglia nasce dalla visione di uno scheletro intatto di città medievale, che non ha nulla di archeologico. La vita di oggi con le sue accese passioni vi ribolle quasi con furia.; mai, nemmeno per un istante, si ha l’impressione di vivere in un anacronismo

da Viaggio in Italia di Guido Piovene, 1953

Piazza del Campo
Piazza del Campo

Sotto il regno di Federico II Siena ebbe anche frequenti contatti con la civiltà bizantina, il cui influsso si manifestò nelle pregevoli opere degli artisti della città, che poi personalizzarono a modo loro gli spunti creativi osservati.

Un rappresentante dell’imperatore dimorava spesso in Siena e lo stesso Federico II tenne la sua corte nelle vicinanze della città, nel castello di Orgia, nel 1226. In secondo luogo, fra le due città ghibelline di Siena e Pisa le relazioni furono costanti, e Pisa, com’è noto era in comunicazione continua con Bisanzio e col Levante

da Storia d’arte senese di Langton Douglas, 1933

L’influsso dei pittori Primitivi senesi sulle città italiane ed estere sovrasta quello di tutte le altre scuole della prima metà del Trecento. La grazia e la delicatezza di pittori come Duccio di Boninsegna, Ambrogio Lorenzetti e Simone Martini costituirono un modello di stile che fu largamente imitato nei decenni successivi. Simone Martini, che lavorò a Napoli alla corte di Roberto d’Angiò, ad Orvieto e ad Avignone, fu l’artefice dell’allora celebre ritratto, purtroppo oggi disperso di Laura, la donna amata dal Petrarca. Il poeta, che aveva incontrato il pittore ad Avignone nel 1312, gli commissionò un ritratto di Laura rimanendone poi così affascinato da dedicargli un sonetto nel Canzoniere.

Ma certo il mio Simon fu in Paradiso, ivi la vide e la ritrasse in carte, per far fede quaggiù del suo bel viso

il battistero, siena
Il Battistero, Siena

Siena è una città rimasta sostanzialmente identica a com’era in quelle lontane epoche medievali: la grande epidemia di peste del 1348 fermò la vita di questa prosperosa e ricca cittadina del centro Italia, che da quel momento, e per lungo tempo, rimase bloccata nel ricordo della terribile tragedia

I suoi abitanti assommavano a centoventimila persone che furono ridotte dal morbo a ventimila. Ci furono interi quartieri spopolati dentro le mura…

William Dean Howells, Tuscan Cities, 1867

Palazzo Tolomei Siena
Il medievale e ottimamente conservato Palazzo Tolomei

In seguito, per la fama dei suoi atenei e grazie alle tendenze umanistiche che attribuivano grande valore all’educazione, Siena conobbe un nuovo momento di splendore tanto da esser ritenuta da molti viaggiatori del Grand Tour, la Delizia d’Italia. Il Collegio Tolomei, la Domus Sapientiae e i diversi convitti gestiti da ecclesiastici, insieme alla purezza della lingua italiana e l’affabilità della gente, richiamarono numerosi studenti provenienti dalle maggiori città italiane ed europee.

Basterebbe una parolina a farmi stabilire qui per sempre, tanto pura è l’aria, dolce la lingua, invitante il posto…

Hester Lynch Piozzi, 1784

I Seminaria Nobilium di Siena tenuti dai Gesuiti, al pari di quelli di Bologna e Parma, furono un grande polo di attrazione per le più antiche famiglie nobili e dirigenziali d’Europa. Personaggi di grande livello internazionale giunsero a Siena a partire dal secolo XVI.

piazza Tolomei, chiesa di San Cristoforo
Chiesa di San Cristoforo, Piazza Tolomei

Il diplomatico e letterato inglese Thomas Hoby, ambasciatore della regina Elisabetta I, fu a Siena nel 1549, quando la città era sotto l’occhio del governatore spagnolo Don Diego de Mendoza, per conto dell’imperatore Carlo V.

Hoby nel suo Diario annota alcune osservazioni:

Il principale governo di questa città era nelle mani di Don Diego di Mendoza, ambasciatore imperiale presso il papa, il quale veniva molte volte da Roma qui a Siena… Erano sempre presenti in città, come suoi emissari, Zuan Gallego e Don Frances Dalaua, con una guarnigione di cinque o seicento spagnoli… Il fatto che questa città sia talora assoggettata al re francese e molte altre volte all’imperatore, sembra esser dovuto alle discordie private e ai contrasti intestini in conseguenza dei quali i Senesi non son capaci di trovare da loro stessi alcun punto d’accordo.

dal volume Viaggiatori Stranieri in terra di Siena di Attilio Brilli

Thomas Hoby, che trascorse diversi anni in Italia, estenderà il giudizio circa le divisioni fra i cittadini all’intera penisola italiana, vedendo in tutto ciò la ragione per la mancata unificazione del Paese e il ricorso a potenze estere protettive dei singoli staterelli.

Siena dal facciatone del duomo incompiuto
Panorama dal facciatone del duomo incompiuto

Il papa umanista Pio II Piccolomini, nato a Pienza, in provincia di Siena, così descrive la situazione politica senese nel suo diario personale scritto nel 1462

Quando le famiglie più eminenti iniziarono a disputare fra loro per il governo della città, la Nobiltà decise di rimettere il governo al popolo, conservando per sè solo pochi uffici. Lo fecero pensando che gli uomini del popolo nulla avrebbero fatto senza il consenso dei Nobili, di cui temevano la potenza… ma quando il popolo si abituò a governare e cominciò a gustare la dolcezza del comando e i frutti del potere, arricchito e cresciuto di autorità prese a disprezzare la Nobiltà e, cacciate dalla città alcune famiglie nobili, tenne le altre sotto il proprio giogo, quasi fossero schiave, limitandosi a dividere con esse alcuni uffici minori… L’ambizione faceva sì che nessuno fosse disposto a concedere niente…

da I Commentarii, Pio II Piccolomini, libro secondo

C’era poi la decennale guerra fra Firenze e Siena, conseguenza delle guerre franco-spagnole, che terminò finalmente nel 1559 con la pace di Cateau-Cambrésis. In quell’occasione la repubblica senese finì definitivamente nelle mani di Firenze e nel 1569 venne istituto con bolla papale di Pio V il Granducato di Toscana, che rimase sotto il governo dei Medici di Firenze e poi degli Asburgo Lorena (con la breve interruzione degli anni napoleonici) fino all’unità d’Italia nel 1861.

La lupa senese nelle vie del centro
La lupa senese nelle vie del centro
Piazza del campo Siena
Piazza del Campo, Siena

La suggestiva Piazza del Campo, che suscitò l’ammirazione di tanti studenti e viaggiatori, ha la forma di una conchiglia, con un’accogliente pendenza che invita i visitatori a sedersi per terra, cosa non frequente in simili prestigiosi contesti. Molti ne rimasero affascinati.

E’ la conchiglia di Afrodite o l’acquasantiera di Maria. E’ una rosa sotto la luna, divisa in lunghi petali di marmo. Immensa e deserta a quest’ora, essa appartiene solo a me e al silenzio… La più alta delle torri si erge di getto, così robusta e così sottile, così forte e così leggera come lo slancio di un giglio rosa con la corolla di neve… Bacio le pietre.

André Suarés, 1932

Palazzo Comunale e Torre del Mangia
Fonte Gaia, Piazza del Campo

Sul fondo della piazza del Campo, in basso, si possono ammirare il duecentesco Palazzo Comunale e la Torre del Mangia, così chiamata dal soprannome del campanaro Giovanni di Duccio, detto “Mangiaguadagni” per la passione verso il cibo e le osterie dove dilapidava i suoi denari.

La Torre del Mangia, come una meridiana, proietta la sua ombra sulla piazza scandendo le ore dei Senesi.

L’intera costruzione del palazzo, di aspetto delicato nonostante la mole, è tipica espressione dell’arte senese del Medioevo, che usa mattoni rossi e travertino. Le finestre trifore con colonnine sono sormontate da un arco acuto riportante la balzana cittadina. La pavimentazione è a ventaglio divisa in nove settori richiamanti il numero dei governatori.

E’ costruita in bellissimi mattoni colore rosa con eleganti aggetti e bifore ogivali, baluardi e torri che, simili a fiori svettano ovunque sulla valle. Gaia, semplice, un po’ convenzionale, eppure cavalleresca e romantica, Siena è una città dove, come l’ha dipinta Lorenzetti nel suo grande affresco, le fanciulle potevano danzare per le strade

Vernon Lee, 1899

Fonte Gaia, Natale a Siena
Fonte Gaia, Natale a Siena

Nella parte alta della piazza troviamo la fontana detta Fonte Gaia, con le sculture di Jacopo della Quercia i cui originali si trovano al Museo della Scala in Piazza del Duomo. Fu chiamata così per la gioia dei cittadini che videro arrivare l’acqua proprio al centro della città e festeggiarono per diversi giorni la sua inaugurazione avvenuta nel 1342.

I palazzi che affacciano sul Campo appartenevano alle potenti famiglie del senese, che potevano vantare prestiti fatti a sovrani e alla Curia Romana dell’epoca. Di costruzione medioevale, alcuni di questi sono stati rimaneggiati nella facciata nel corso del 1700 seguendo uno stile neo-gotico. A Siena il Rinascimento, il Barocco e gli stili architettonici successivi non hanno avuto un grande seguito e le ristrutturazioni dei palazzi, se necessarie, hanno sempre mantenuto l’aspetto medievale.

Palazzi Medievali in Piazza del Campo
Palazzi Medievali in Piazza del Campo

Siena è gotica non solo nell’aspetto esteriore, ma anche nello spirito, negli ideali, nell’arte. Gotica nel suo triplice aspetto di guerriera, santa e sibarita. Ha combattuto con armi spirituali e reali, ha indossato il cappuccio sopra l’elmo… Quando l’Italia intera dette il benvenuto al Rinascimento, lei gli sbarrò in faccia le porte. I suoi pittori rifiutarono con orrore lo studio della natura e aspersero d’acqua santa le pietre pagane… Qui la ninfa ha l’aureola, ed è vestita da capo a piedi. Mentre passa, l’idillio si staglia su un fondo d’oro

Edwin Howland Blashfield e la moglie Evangeline Wilbur, 1900

Fiaccolata e corteo per i Granduchi nel Campo a Siena, Giuseppe Zocchi, 1739, Monte dei Paschi
Fiaccolata e corteo per il’arrivo dei Granduchi nel Campo a Siena, Giuseppe Zocchi, 1739, proprietà Monte dei Paschi

Il Palazzo Pubblico, costruito alla fine del 1200, ha al suo interno il Museo Civico, che ospita importanti capolavori fra i quali gli affreschi di Simone Martini raffiguranti le vittorie di Guidoriccio da Fogliano e della Repubblica di Siena sui castelli del sud della regione.

Molto conosciuto anche il ciclo di affreschi di Ambrogio Lorenzetti sugli Effetti del Buon Governo. I dipinti furono una vera e propria propaganda politica commissionata dal governo della repubblica in modo da valorizzare le capacità amministrative dei nove podestà che amministrarono la città dal 1287 al 1355, periodo in effetti di grande splendore di Siena seguito poi da anni di lotte interne e corruzione. Ce le testimonia come al solito l’arguto e sincero papa Pio II Piccolomini nei suoi Commentarii.

Quanto a coloro che governano lo Stato si fanno chiamare alcuni Nove, altri Riformatori, altri Popolari, e vivono in mezzo a continui odi e dissenzioni, cercando di sopraffarsi a vicenda e di dimostrarsi gli uni superiori agli altri

da I Commentarii, papa Pio II, libro secondo, 1461

Croce del Travaglio, punto d'incontro delle principali vie del centro di Siena
Croce del Travaglio e Loggia della Mercanzia

La Croce del Travaglio è il punto d’incontro delle tre principali vie del centro storico di Siena: Via di Città, Banchi di Sopra e Banchi di Sotto, dal nome dei tavoli dei cambiavalute che lì erano numerosi. La Loggia della Mercanzia, sede appunto dei mercanti, fu eretta su progetto di Sano di Matteo a partire del 1417. Ci sono sculture del Vecchietta, di Antonio Federighi e di Urbano da Cortona.

Una meta imperdibile per chi visita Siena è il bellissimo Duomo, raggiungibile da Piazza del Campo percorrendo Via di Città. Per la medievale strada che si inerpica in salita, troveremo alcuni importanti palazzi come il trecentesco Palazzo Chigi-Saracini, che ospita l’Accademia Musicale Chigiana.

Il duomo di Siena rappresenta uno dei più importanti monumenti dell’architettura italiana. La facciata in stile gotico italianizzato, sembra un ricamo prezioso. E’ stata ristrutturata in varie epoche, l’ultima terminata nel corso del 1800 sotto la direzione dell’architetto Lorenzo Doveri. L’interno, ricco e decorato come l’esterno, conserva capolavori numerosi. Decine di Grandtourist descrissero la bellezza di questa cattedrale con grande entusiasmo. Si può tranquillamente affermare che la gloriosa storia artistica della Siena medievale sia iniziata con l’edificazione di questo monumento, che presenta varie particolarità. A partire dal secondo venticinquennio del XIII secolo, in conseguenza dei cresciuti traffici e della ricchezza della città, i Senesi decisero di costruire un degno tempio dedicato alla Vergine e invitarono per loro consulenza i maestri migliori d’Europa, fra i quali i pisani e i lombardi, che risentivano dell’influsso bizantino. A differenza però dell’immensa Abbazia di San Galgano, già costruita dai Cistercensi in terra senese e della quale ci sono rimaste le impressionanti rovine, i Senesi proseguirono per l’edificazione di questa chiesa, seguendo l’estro e l’originalità dei maestri locali. Ognuno con il suo stile specifico e la sua abilità.

duomo di siena facciata
La spettacolare facciata del Duomo di Siena

In Italia esistono chiese più interessanti, poche tuttavia più splendide, varie e ricche dal punto di vista scenografico di questa… Quest’opera d’oreficeria in pietra è più di quanto possa ricordare o descrivere

da Italian Hours di Henry James

Il Duomo è la chiesa più straordinaria che abbia mai veduto in Italia

da The Diaries of John Ruskin, John Ruskin, 1840

duomo di siena, veduta dalla cupola
Duomo di Siena, vista dalla cupola

Il compositore tedesco Richard Wagner, in Italia per la seconda volta nel 1880, trascorse quasi due mesi a Siena dove aveva affittato la villa detta Torre Fiorentina

La visita del Duomo lo commosse profondamente e continuò poi a parlarne spesso con entusiasmo. Volle che Joukowsky gliene facesse una riproduzione esatta dell’interno, pensando di servirsene per l’ideazione del tempio del Graal

da Wagner in Italia di Mario Panizzardi

duomo di siena interno
Interno del Duomo di Siena
Il sacrario del Graal wagner scenografie Parsifal
Il sacrario del Graal nelle scenografie per il Parsifal di Richard Wagner

A fronte di tante lodi non mancarono come sempre anche i commenti più negativi:

Un gusto barbarico per tutto ciò che è emblematico pervade questa cattedrale. La facciata è coperta di animali, tutti simboli di città. Anche il leone sotto le colonne presumo che celi un qualche enigma; infatti l’ho scorto alle porte di diverse chiese toscane… Il pulpito riceve la generale ammirazione quale esempio di scultura marmorea, ma forse presenta troppi elementi, troppi schemi decorativi…

Joseph Forsyth, 1802

La facciata è decorata a fasce orizzontali di marmo bianco e nero; si dice che tale disposizione, ricorrente in tutto l’edificio, sia derivata dall’emblema di Siena. Ad ogni modo gli Italiani vanno matti per le strisce, che ricorrono anche quando non è possibile darne una spiegazione… Al fine di proteggere il pavimento, le parti più belle sono coperte da un tavolato, per cui invece di un effetto di ricchezza, abbiamo una sensazione di miseria…

da Letters of an architect from France, Italy, and Greece, Joseph Woods, 1817

Tutta questa mescolanza di stili e ornamenti che poteva in effetti disorientare, è dovuta proprio al fatto che il Duomo di Siena, a differenza di molte altre fabbriche medievali, fu costruito essenzialmente con i singoli magister lapidum, i cui lavori si differenziavano sulla base delle singole mentalità e dei gusti personali. Non furono quindi operai reclutati ad hoc in squadre, come avveniva per le cattedrali di tutta Europa, ma solo singoli artisti, spesso residenti in città e assunti dal Comune con un contratto a termine.

Per gli ingaggi al Duomo il Comune privilegiava solo i Maestri più capaci e licenziava i “magister… non sufficientes”, per i quali pagare del denaro diveniva a giudizio del Comune un vero e proprio sperpero

da Scultori senesi nel Duomo Vecchio, Accademia senese degli Intronati, 1988

duomo di siena, il pulpito, nicola pisano 1265
Il pulpito, Nicola Pisano e bottega, 1265
Piazza del Campo, Siena
La Basilica di San Domenico e in basso Fontebranda
 La Basilica di San Domenico e in basso Fontebranda

Da Piazza del Duomo, scendendo per la scalinata al lato del vecchio Spedale di Santa Maria della Scala, raggiungeremo Fontebranda, la fonte medievale più antica della città. E’ divisa in tre settori: il primo in alto serviva per l’acqua da bere, il secondo ad uso degli animali e il terzo veniva usato come lavatoio per i tintori dell’Arte della Lana che abitavano il quartiere. Il luogo è citato anche da Dante Alighieri nella Divina Commedia. A Fontebranda andava anche Santa Caterina a lavare le stoffe con il padre, che era un tintore. Santa Caterina è nata in questo rione nel 1347. Fu canonizzata da Pio II Piccolomini nel 1461, periodo in cui il Comune di Siena acquistò la sua casa, che venne arricchita da portici e trasformata in santuario. Si trova a pochi metri di distanza dalla fontana, l’ingresso è gratuito. Le reliquie della Santa sono nell’imponente Basilica di San Domenico, in alto sopra la rupe.

Pinacoteca di siena, via di pietro
Il cortile della Pinacoteca, Siena

Molto interessante da visitare a Siena è la Pinacoteca, in Via di Pietro, nei pressi del Duomo. Vi sono conservate le bellissime immagini religiose dagli sfondi dorati, i cosiddetti fondi oro, tipici della scuola senese, che tanto ispirarono gli artisti degli anni successivi, dai Francesi del 1300 ai Preraffaelliti del secolo XIX. Furono raccolti nel settecento dall’abate Giuseppe Ciaccheri, bibliotecario all’Università e appassionato ricercatore di queste raffinate opere ispirate dal gusto bizantino.

guardandoli si comprende che Giotto non era una personalità isolata, ma semmai strumento del sentire che dominava l’Italia del 1300. In quest’arte vi è uno spirito che si è imposto come fosse una esperienza religiosa… Rivelazione è questa pittura, arte per affamati e non per sazi. Questa pittura ha la grande semplicità della saggezza… E’ un universo radicalmente diverso da quello del Rinascimento. Ogni cosa sembra voler narrare.. Non tento neppure di elencare i singoli maestri e singole opere. Le più belle sono spesso di autori ignoti

Karl Scheffler a proposito dei pittori senesi, 1921

Entrata in Gerusalemme, Guido da Siena, secolo XIII, pinacoteca di siena
Entrata in Gerusalemme, Guido da Siena, secolo XIII, Pinacoteca di Siena
Annunciazione, Ambrogio Lorenzetti, 1344, Pinacoteca
Annunciazione, Ambrogio Lorenzetti, 1344, Pinacoteca

Per molti aspetti Siena è l’incarnazione perfetta delle migliori qualità connesse all’idea del medioevo. Sbocciata come una rosa nel quattordicesimo secolo, fiore spontaneo e piuttosto esotico di questa terra, la città è rimasta immutata per tutti questi anni, immune dal gelo intellettuale del tardo rinascimento. Essa ha mantenuto nel cuore l’amore pensoso per la bellezza quale espressione delle cose e ha immerso la propria arte in un riverbero dorato, ignoto a ogni altra città italiana, esclusa Venezia

Maxwell Armfield, 1926

La Pinacoteca, che è ospitata nei palazzi Buonsignori e Brigidi, ha all’interno la leggendaria scala, detta scala della Pia dei Tolomei, in quanto ritenuta quella dell’abitazione in cui si trovava Nello Pannocchieschi, secondo marito della donna. Questa misteriosa figura femminile, probabilmente sotto falso nome, viene citata da Dante Alighieri nel V canto del Purgatorio della Divina Commedia.

Piazza San Francesco, la Basilica e l'Oratorio di San Bernardino
Piazza San Francesco, la Basilica e l’Oratorio di San Bernardino

Un grande santo molto amato a Siena è San Bernardino, un frate francescano nato a Massa Marittima nel 1380, che con le sue vivaci Prediche Volgari, rivoluzionò il modo di pensare dei Senesi del Medioevo. Il suo trigramma Jesus Hominum Salvator, un sole raggiante con al centro le iniziali di Gesù, appare in quasi tutti i principali edifici della città.

I giardini in Fortezza
I giardini in Fortezza

Risalendo verso nord, per le vecchie strade del centro storico, giungeremo nei pressi della Fortezza. Fu eretta nel 1561 da Cosimo I dei Medici dopo la conquista della città da parte dei Fiorentini. Il forte venne trasformato in un giardino nel 1700; passeggiando all’interno delle mura si può ammirare il bel panorama sulla campagna e le colline circostanti.

porta camollia siena
 Porta Camollia

Proseguendo verso nord, Porta Camollia accoglie i visitatori con il suo saluto ai forestieri “Cor magis tibi Sena pandit” cioè: Siena ti offre il cuore più grande di questa porta. Presente fin dalle epoche medievali, questa imponente porta fu rimaneggiata dai Fiorentini dopo la conquista della città avvenuta nel 1555. I decori marmorei sono di Domenico Cafaggio, scultore che operò molto nel Duomo, nato a Settignano (Firenze) nel 1530.

Il pensiero espresso nell’iscrizione, rivolto essenzialmente a Ferdinando I de’ Medici, suona anche come un invito a stabilirsi nella città. Molte famiglie importanti del senese, infatti, dopo la caduta di Siena nelle mani dei Fiorentini, se ne andarono a Montalcino dove. istigati dal condottiero francese Biagio di Montluc fondarono la Repubblica senese riparata in Montalcino col proposito di mantenere in vita la loro vecchia repubblica.

libreria piccolomini affresco del pinturicchio che celebra l'incontro fra Federico III d'asburgo e Eleonora d'Aragona alla presenza dell'allora vescovo di Siena Enea Silvio Piccolomini
Libreria Piccolomini, Storie di Papa Pio II, Pinturicchio

Nei pressi di Porta Camollia avvenne lo storico incontro fra i due promessi sposi Federico III d’Asburgo e Eleonora d’Aragona, alla presenza del vescovo Enea Silvio Piccolomini, futuro papa Pio II. L’evento è stato splendidamente rappresentato dal Pinturicchio nei bellissimi affreschi della Libreria Piccolomini, all’interno del Duomo di Siena.

Panorama sulla città dalla chiesa di  San Domenico 
Panorama sulla città dalla chiesa di San Domenico 

Siena i ristoranti, i caffè, le osterie dove poter assaporare l’ottima cucina toscana si trovano per tutto il centro storico. Con i loro tavolini sempre apparecchiati, vivacizzano le facciate scure delle antiche case torri.

E’ consigliabile concedersi una pausa per assaggiare i piatti tipici come la ribollita, i pici, i salumi, accompagnati dai vini della zona e naturalmente i celebri dolci natalizi medievali.

A Siena avevo un ottimo alloggio. Mangiavo bene. Il vino era molto buono e nei giorni di festa mi concedevo il delizioso Montepulciano… Scrivevo in Italiano con la stessa regolarità… feci progressi assai celeri. Il senese è il più gradevole dialetto italiano

Tomas Smollett, 1764

Panorama di Siena dall'incompiuto Duomo Nuovo
Panorama di Siena dall’incompiuto Duomo Nuovo

Il luccichio delle lucciole fra l’oscuro fogliame conferisce al luogo un’aria orientale e mentre ci giriamo, un caldo alito di vento trasporta l’intensa fragranza di qualche pianta esotica dove stanno gli usignoli. Hanno cantato per tutto il giorno, ora sono silenziosi e rendono ancora più impressionante la grande gialla luna che si leva dietro la Torre del Mangia

Maxwell Armfield, 1926

Udimmo il rullo del tamburo.. Nella piazzetta sotto di noi, prendeva vita un frammento del Pinturicchio

Aldous Huxley, 1925

Piazza del Campo
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I dolci natalizi toscani